I prezzi dei beni di consumo sono aumentati in modo significativo dal 2001 a causa di una serie di fattori, tra cui l’inflazione, l’aumento della domanda e le interruzioni della catena di approvvigionamento.
I principali fattori degli aumenti dei prezzi
In questo articolo esamineremo da vicino ciascuno di questi fattori per capire perché il costo dei beni è aumentato, e cosa significa per i consumatori.
L’inflazione è una delle ragioni principali dell’aumento dei prezzi dei beni di consumo. Per inflazione si intende l’aumento sostenuto del livello generale dei prezzi di beni e servizi nel corso del tempo.
Questo aumento può essere determinato da vari fattori, come l’aumento della domanda di beni, la diminuzione dell’offerta di beni o le variazioni del valore del denaro. Ad esempio, negli ultimi due decenni la Federal Reserve americana ha perseguito politiche monetarie che hanno portato a bassi tassi di interesse e a un aumento della massa monetaria, contribuendo all’inflazione.
Un altro fattore che ha contribuito all’aumento dei prezzi dei beni di consumo è la crescente domanda di beni e servizi. Con la crescita delle economie mondiali e l’ingresso di un maggior numero di persone nella classe media, si è registrato un corrispondente aumento della domanda di beni e servizi. Ciò ha esercitato una pressione al rialzo sui prezzi, in quanto le aziende cercano di capitalizzare il mercato in crescita.
Inoltre, anche le interruzioni della catena di approvvigionamento (supply chain) che si sono verificate negli ultimi anni hanno avuto un ruolo nell’aumento dei prezzi dei beni di consumo. Ad esempio, la pandemia COVID-19 ha interrotto le catene di approvvigionamento globali, causando carenze di alcuni beni e determinando un aumento dei prezzi di molti beni di consumo. Inoltre, la pandemia ha determinato un aumento della domanda di beni, in quanto le persone hanno accumulato scorte e spostato la spesa dai servizi ai beni di consumo, soprattutto quelli essenziali.
Altri fattori dell’inflazione
Oltre a questi fattori, anche altri, come i cambiamenti tecnologici e i cambiamenti nel comportamento dei consumatori, hanno contribuito all’aumento dei prezzi dei beni di consumo. Ad esempio, i progressi tecnologici hanno portato allo sviluppo di prodotti nuovi e migliori, che spesso hanno avuto un costo maggiore. Allo stesso tempo, anche i cambiamenti nel comportamento dei consumatori, come la crescente preferenza per i prodotti ecologici, hanno contribuito all’aumento dei prezzi dei beni di consumo.
Le implicazioni per i consumatori
L’aumento dei prezzi dei beni di consumo ha implicazioni significative per i consumatori. In particolare, l’aumento dei prezzi ha reso più difficile per molte persone permettersi i beni e i servizi di cui hanno bisogno per mantenere il proprio tenore di vita. Ciò è particolarmente vero per coloro che hanno un reddito fisso, come i pensionati e i lavoratori a basso salario, che hanno visto il loro potere d’acquisto erodersi con l’aumento dei prezzi.
Inoltre, l’aumento dei prezzi dei beni di consumo ha contribuito alla disuguaglianza di reddito, in quanto chi ha un reddito più alto è in grado di sostenere meglio i costi crescenti di beni e servizi. Questo ha reso più difficile per chi ha un reddito più basso mantenere il proprio tenore di vita, e ha contribuito a far crescere il divario di ricchezza in molti Paesi.
L’inflazione negli ultimi 20 anni
Tutto quanto detto finora non solo è vero, ma probabilmente lo avrete sperimentato di persona, facendo la spesa od anche semplicemente comprando qualcosa online.
Ma niente meglio di una tabella può mostrare cosa sia successo negli ultimi 20 anni. Ecco qui. Da notare il marcato aumento del 2022, ovviamente dovuto soprattutto alla speculazione conseguente alle interruzioni della fornitura russa di gas, degli embarghi europei ed americani sul medesimo, e dall’aumento del prezzo del petrolio, anch’esso sottoposto ad embargo nei confronti dei russi.
Come confermano i recenti dati Istat, il tasso di inflazione è decisamente in crescita, anche se per fortuna in riduzione, in questo inizio anno.
Oltre ad avere un impatto diretto sulle nostre tasche (ricordiamo che l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo, quindi il nostro potere d’acquisto), questo comporta conseguenze anche sui tassi dei mutui.
Ma, a fronte del tasso di inflazione, quanto sono saliti i prezzi al consumo? Per capire quale portata hanno avuto queste variazioni sulle spese delle famiglie italiane Ci serviamo dei conti fatti da Altroconsumo. Hanno analizzato l’evoluzione dei prezzi di beni durevoli (come hi-tech ed elettrodomestici), alimentari, trasporti e benzina, servizi e tempo libero dal 2001 a oggi.
In questi ultimi 20 anni i prezzi sono cresciuti complessivamente del 33,4%, a fronte di un tasso di inflazione annuo che – stando agli ultimi dati Istat – si attesta al 3,8%.
Aumento (e diminuzione) dei prezzi della tecnologia
Negli ultimi 20 anni il prezzo medio dei telefoni cellulari è salito del 40,91%: la principale motivazione dietro questa crescita è da ricercare nell’arrivo degli smartphone. Un fattore importante da considerare è che nel 2001 non esistevano ancora i modelli evoluti, ma i cellulari sul mercato fornivano agli utenti le funzioni base come le chiamate e l’invio di sms.
Rimanendo in ambito hi-tech, spicca invece il calo del 48,06% del prezzo medio dei notebook. Anche qui è determinante il fattore temporale: nel 2001, infatti, i computer portatili erano considerati un prodotto di nicchia, destinato prevalentemente a un uso professionale. Oggi l’offerta si è notevolmente ampliata, e copre esigenze molto diverse tra loro.
Aumento (e diminuzione) dei prezzi degli elettrodomestici
Guardando l’andamento dei prezzi degli elettrodomestici negli ultimi 20 anni emerge la diminuzione del 30,7% di quelli delle lavatrici. A cosa è dovuto questo calo? A loro avviso all’arrivo sul mercato dei prodotti dei grandi player internazionali.
La loro politica di vendita è stata inizialmente piuttosto aggressiva, con la proposta di modelli a basso prezzo, mentre poi si sono in un secondo tempo collocati nella fascia media o premium. La maggior presenza di produttori internazionali consente anche di mantenere prezzi bassi, grazie alle economie di scala.
L’ottimizzazione dei costi di produzione è anche tra le cause del dimezzamento dei prezzi dei forni a microonde che si sono ridotti del -51,3% negli ultimi 20 anni. Parliamo di un prodotto considerato ormai “maturo” e che, con l’abbassamento dei prezzi, ha avuto una diffusione capillare tra le famiglie italiane.
In 20 anni è salito di oltre il 64% il prezzo dei frigoriferi. Parliamo di elettrodomestici che nel tempo sono cambiati profondamente, seguendo anche i mutati bisogni degli italiani.
I modelli attuali sono molto più capienti rispetto a prima e si è passati dai modelli a doppia porta (quelli con il freezer in alto) da 160 cm ai frigoriferi combinati (quelli con il freezer in basso) da 200 cm.
Anche le abitudini degli italiani hanno inciso in questo cambio di esigenze: si fa la spesa meno spesso e si tende a conservare più cibo in frigo o in freezer rispetto al passato. Teniamo conto, infine, che con la diffusione delle cucine a vista, è un elettrodomestico che è diventato un elemento di arredo: dal 2001 i frigoriferi bianchi hanno lasciato spazio ai modelli inox e colorati.
Il problema peggiore: i carburanti
Che i prezzi dei carburanti continuino a salire non è certo una novità. E soprattutto in questi mesi (quasi un anno) dallo scoppio della guerra in Ucraina. Ma quanto sono cresciuti negli ultimi 20 anni?
Ad Altroconsumo fatto alcune analisi, considerando i dati diffusi sulla piattaforma del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Il prezzo medio che fu rilevato a novembre 2001 parlava di 1 euro al litro per la benzina e di 0,86 euro al litro per il gasolio. In 20 anni (rilevazione di novembre 2021) il prezzo era cresciuto fino a quasi raddoppiare, toccando 1,75 euro/litro per la benzina e 1,61 euro al litro per il gasolio.
Oggi siamo a 1,80 € sia per il diesel che per la benzina, con aumenti dell’80% nel primo caso, e di ben il 125% nel secondo caso.
In conclusione
In conclusione, l’aumento dei prezzi dei beni di consumo dal 2001 è dovuto a una combinazione di fattori, tra cui l’inflazione, l’aumento della domanda e le interruzioni della catena di approvvigionamento. Questi fattori hanno reso più difficile per molti consumatori permettersi i beni e i servizi di cui hanno bisogno e hanno contribuito alla crescente disuguaglianza di reddito.
Sebbene sia improbabile che i fattori che contribuiscono all’aumento dei prezzi dei beni di consumo cambino nel breve periodo, è importante che i responsabili politici affrontino le sfide che i consumatori devono affrontare e lavorino per garantire che tutti abbiano accesso ai beni e ai servizi di cui hanno bisogno per mantenere il proprio tenore di vita.