La discesa dell’inflazione è più rapida del previsto. La prospettiva del taglio dei tassi di interesse apre a un alleggerimento dei mutui. La conferma il prossimo 17 ottobre.
In calo il tasso di inflazione annuale nell’area euro: secondo una stima flash di Eurostat, dal 2,2% di agosto si è ridotto all’1,8%, su settembre. È la prima volta, dall’inizio del trend in calo, che il tasso precipita sotto il 2%, ovvero il target di riferimento della politica monetaria della Bce. Un dato sorprendente, se messo a confronto con il tasso registrato a ottobre 2022, pari al 10,6%, e quello di settembre 2023, pari al 5,2%. Un andamento che, se confermato dai dati consolidati, attesi per il 17 ottobre, potrà portare con buona probabilità a un taglio dei tassi di interesse, su ottobre. Sarebbe il terzo intervento del 2024, dopo quelli di giugno e settembre.
Uno scenario simile a quello europeo si osserva anche negli Stati Uniti, dove l’inflazione è in calo e procede spedita verso il target del 2%, fissato dalla Federal Reserve.
Ma entriamo nel dettaglio dei dati Eurostat e delle dichiarazioni rilasciate dalla BCE e non solo, riguardo al probabile taglio dei tassi di interesse.
Dati Eurostat in sintesi
Dando un rapido sguardo alle principali componenti dell’inflazione dell’area euro, emerge un calo sostanziale dei prezzi dell’energia (-6,0%, rispetto al -3,0% di agosto), mentre nei servizi si evidenzia una stabilità su valori molto alti (4,0%, rispetto al 4,1% di agosto).
Nel settore alimentare, alcol e tabacco, l’inflazione si attesta al 2,4% (rispetto al 2,3% di agosto), con i cibi e gli alcolici trasformati che registrano un tasso del 2,7%, mentre gli alimenti non trasformati si posizionano all’1,5%. Infine, i beni industriali non energetici restano stabili, rispetto ad agosto, al 0,4%.
Se si escludono i prezzi l’energia, l’inflazione è salita al 2,6%, mentre, escludendo anche il cibo non trasformato, è arrivata al 2,7%. Se si tengono in considerazione solo gli articoli esclusi, ovvero energia, cibo, alcol e tabacco, il tasso rimane ancora al 2,7%.
Puntando la lente d’ingrandimento sulle principali economie europee, l’Italia dovrebbe registrare un’inflazione allo 0,8% (in calo rispetto all’1,2% di agosto), la Germania all’1,8% (in calo rispetto al 2% di agosto), la Francia all’1,5% (dal 2,2% di agosto), la Spagna all’1,7% (dal 2,4% di agosto). I Paesi Bassi restano invece stabili rispetto al mese precedente, al 3,3%.
Lane conferma: “Obiettivo 2% vicino“
Philip Lane, capo economista della Bce, conferma: “L’inflazione è calata molto rapidamente e molti indicatori stanno dando segnali rassicuranti. Il processo di disinflazione procede più velocemente del previsto. Non ci vorrà molto perché raggiunga l’obiettivo di medio termine del 2%”. Per Lane la politica monetaria è stata dunque, efficace.
Lagarde anticipa il possibile taglio dei tassi
Ad anticipare il possibile taglio dei tassi era stata la stessa presidente della Bce, Christine Lagarde, già la scorsa settimana, in audizione all’Europarlamento: “L’inflazione potrebbe aumentare temporaneamente nel quarto trimestre di quest’anno, poiché i precedenti cali bruschi dei prezzi dell’energia non saranno più considerati nei tassi annuali. Gli ultimi sviluppi rafforzano tuttavia la fiducia che l’inflazione possa tornare rapidamente al target”.
Villeroy: “Molto probabile taglio a ottobre”
Per il governatore della Banca Centrale Francese, Francois Villeroy de Galhau, membro del consiglio direttivo della Bce, il taglio dei tassi di interesse su ottobre è “molto probabile”, considerata la sorprendente evoluzione del processo di disinflazione.
Intervistato da Repubblica, ha chiarito: “Certo, l’inflazione core è ancora al 2,7% e quella dei servizi più ostica al 4%, ma anche la core dovrebbe diminuire gradualmente e avvicinarsi al target del 2%, l’anno prossimo. I mercati si aspettano persino valori più bassi: per il 2025 prevedono un’inflazione sotto all’1,8%”.
“Ciò significa che l’equilibrio dei rischi si sta spostando. Negli ultimi due anni abbiamo rischiato un overshoot rispetto al nostro obiettivo del 2%. Ora, dobbiamo stare attenti a non mancare il nostro obiettivo, a fronte di una crescita debole e una politica monetaria troppo a lungo restrittiva”, ha concluso Villeroy.
La Bundesbank apre al taglio dei tassi
Anche il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, si è detto disposto a parlare di un nuovo taglio: “Sono aperto alla riduzione, gli ultimi dati sull’inflazione sono incoraggianti”. Il banchiere centrale ha però aggiunto: “Voglio aspettare fino alla riunione, ma sono certamente aperto alla possibilità di fare un altro passo avanti sui tassi”.
17 ottobre: data decisiva
Cosa succederà dunque, la prossima settimana? Per essere certi che il taglio dei tassi d’interesse verrà effettivamente approvato, bisognerà attendere la riunione monetaria del Consiglio direttivo della Bce, di giovedì 17 ottobre. Per gli analisti di Bnp Paribas, “la Bce taglierà i tassi di policy di 25 punti base: i dati recenti indicano un aumento del rischio di un deterioramento più marcato dell’attività economica nell’Eurozona, per contro le prospettive di inflazione a breve termine appaiono positive”.
Un altro taglio dei tassi di interesse, sempre secondo la banca d’affari, dovrebbe avvenire a dicembre e successivamente, nel 2025, con interventi trimestrali.
Riduzione dei tassi: mutui più leggeri
Se il taglio dei tassi sarà confermato, gli effetti diretti si vedranno in primis sui mutui, che diventeranno più leggeri per gli italiani. Secondo l’ultimo ‘Rapporto sul Credito’ di Experian, global data tech company, l’ulteriore taglio di 25 punti base (0,25%) potrebbe portare i mutui variabili sotto la soglia del 4%, se pur ancora lontani dai tassi fissi.