La pandemia dell’economia, come in ambito sanitario, sembra allentare la morsa. Considerazioni a caldo per un 2021 migliore, tra minacce e speranza, da parte di uno che per Covid ci è passato. E ha ricominciato a respirare a pieni polmoni.
Ormai è già febbraio e diciamo la nostra per la prima volta, quest’anno.
Come mai?
Gennaio, per chi scrive, non è stato una passeggiata: anche qui, ahimè, si è fermato il Covid-19.
Pare l’abbia fatto, per fortuna, senza lasciare solchi profondi. È andata un po’ peggio che a molti, un po’ meglio che a qualcuno, decisamente in senso più fortunato rispetto ai pochi – ma sempre troppi – che non ce l’hanno fatta.
Ne sono uscito e ne sono uscito bene, ma vi prego di fidarvi: si è trattato di qualche settimana davvero “indimenticabile”, specie per chi, come chi scrive, non è affatto abituato a dover “cedere” terreno a disturbi, dolori, senso d’impotenza e, forse più che altro, a pensieri “neri”.
Anche in questa occasione vorrei partire da qui, prendere spunto dalla mia limitata, ma intensa esperienza con il virus, per parlare con voi dello stato delle cose italiane, in ambito largamente economico, e dell’anno che ci attende.
Perché tutti noi, da questo punto di vista, ci troviamo ancora avviluppati nelle spire della pandemia, ma forse sul punto d’inizio di un lungo e faticoso processo di ritorno alla normalità. Anzi, verrebbe da augurarci, magari di un migliore e più lucido sviluppo delle cose.
Nel momento in cui scrivo, i vaccini, tra stop e ripartenze, sono in via di distribuzione e buona parte d’Italia torna in zona “gialla” – non è il paradiso, però si accenna a rivedere uno squarcio di normalità -, ma a guardare appena oltre le frontiere non c’è da scommettere lo stipendio e forse neppure una cena che non rivedremo limitazioni più restrittive.
Intanto, fino a qualche giorno fa, prima del downrating applicato alle previsioni più rosee, il futuro previsto da molti economisti non era così fosco, con una seconda metà del 2021 nettamente positiva, dopo un primo trimestre pesante. Il che non significherebbe, comunque, che tutto sarà “rose e e fiori”: le restrizioni, anche se limitate, prolungheranno le difficoltà, nonostante le politiche monetarie e di bilancio e i trasferimenti alle famiglie (sussidi e ristori) abbiano fornito un piccolo aiuto. Sono tante, troppe, le imprese che rischiano di chiudere e i lavoratori che potranno restare disoccupati o sottoccupati; i danni economici si annunciano consistenti e prolungati con la riduzione della crescita potenziale”.
Il manifatturiero tiene, mentre continuano a soffrire servizi e turismo. La speranza si concentra sulle politiche di bilancio, che rimangono molto espansive e altrettanto quelle monetarie. Possiamo contare, si spera per un bel pezzo, su tassi bassi e conseguenti risparmi per le casse dello Stato.
I due colossi economici mondiali, USA e Cina, pur guardandosi in cagnesco sembrano proiettati a spingere sull’acceleratore, trainando fatalmente anche il resto del mondo.
Tornando a noi, tutti i settori seguiti dalle testate StopSecret Editore vivono e si sviluppano nel mondo reale. Quello, appunto, dell’economia globale e quotidiana.
E qui possiamo facilmente tracciare un parallelo con l’esperienza di chi è passato per la malattia. Non ce la si aspettava, si è fatto il possibile per evitarla e per mettere in sicurezza la salute propria e altrui. Nonostante questo, si è dovuto soffrire, chi più, chi meno. Si è transitati attraverso un periodo difficile: respiro corto, febbre alta, energie al minimo e anche, purtroppo, qualche stato allucinatorio, che ci ha fatto vedere la realtà sotto una luce sfalsata, un po’ troppo cattiva, di certo angosciata, forse eccessivamente pessimista. Ora pare che siamo ancora convalescenti. Qualcuno, purtroppo, si è perso e si perderà lungo la strada. Ma l’importante, io credo, è scorgere un po’ di luce in fondo al tunnel e puntare verso di essa con il meglio delle forze rimaste e con tutte quelle che rinascono, moltiplicando la spinta, anche se un poco alla volta. Dobbiamo tornare a respirare a pieni polmoni.
Questa volta vi chiedo di fidarvi: è dura, ma se ne può uscire. A tutti auguro un 2021 che porti qualche sorriso in più. Magari sotto la mascherina, se proprio non potremo evitarlo.