L’Intelligenza Artificiale sta trasformando anche il modo in cui si fa analisi del credito. Un’opportunità o un rischio? Tutto sta a trovare la giusta armonia fra uomo e tecnologia.
L’analisi del credito è un pilastro fondamentale per le istituzioni finanziarie e le imprese, poiché consente di valutare la solvibilità dei debitori e mitigare i rischi finanziari. L’avvento dell’Intelligenza Artificiale sta trasformando radicalmente questo settore, introducendo nuovi strumenti e approcci.
Ne abbiamo parlato con Cosimo Panareo, amministratore della Crediti e Finanza Business Information Srl di Bari, una realtà che da oltre 30 anni si occupa di informazioni commerciali investigate e che ha in portafoglio diversi player leader del mercato nazionale.
Cosimo, come coniugate in CFBI l’interazione tra uomo e IA?
La nostra azienda nasce “nell’era analogica” dove la capacità investigativa era la componente pressoché unica per approfondire un dossier. Oggi disporre di strumenti come l’IA con i suoi algoritmi avanzati, consente di esaminare rapidamente e accuratamente enormi dataset, individuando pattern e correlazioni difficilmente rilevabili manualmente. Tuttavia, la chiave del successo risiede nell’armoniosa collaborazione tra l’intelligenza umana e quella artificiale.
Sebbene l’IA eccelle nell’analisi di dati numerici, l’intelligenza umana è insostituibile nella valutazione delle variabili “soft” come l’affidabilità del cliente, l’etica aziendale e la stabilità del settore in cui opera il debitore. L’esperienza umana offre un valore inestimabile nel contesto delle decisioni di credito.
La capacità di comprendere sfumature, considerare fattori non quantificabili e applicare un giudizio discrezionale è un’abilità umana irrinunciabile, così come la capacità di adattarsi più agilmente alle dinamiche mutevoli del mercato. Mentre gli algoritmi possono apprendere dai dati storici, l’intelligenza umana è fondamentale nell’interpretare eventi straordinari o cambiamenti improvvisi nell’ambiente economico.
C’è anche un aspetto etico…
Certo, la comprensione etica e la consapevolezza del contesto sono prerogative umane. L’intelligenza artificiale, pur potente, può mancare della sensibilità umana nell’interpretare segnali non verbali, motivazioni etiche o considerazioni sociali che possono influenzare il merito di credito. Ancora di più nell’area collection, dove l’aspetto umano è fondamentale nella gestione delle relazioni con le persone.
Gli operatori umani possono comprendere meglio le esigenze specifiche dei clienti, gestire situazioni complesse e negoziare piani di pagamento personalizzati. La comunicazione empatica e la capacità di comprendere il contesto personale del debitore fanno la differenza nel processo di recupero del credito.
Poi c’è anche un aspetto evolutivo dell’IA grazie al feedback umano. Gli operatori possono identificare eventuali limitazioni degli algoritmi, fornendo indicazioni preziose per ottimizzare i modelli di apprendimento automatico e garantire una maggiore precisione nelle valutazioni.
In CFBI che peso attribuite alle valutazioni degli operatori?
In un mondo che tende fortemente alla industrializzazione dei processi, basandosi su algoritmi, noi continuiamo a mettere al centro le persone. Per noi è questo l’elemento di innovazione che ci rende efficaci nell’erogare un servizio personalizzato e di qualità.
L’IA della quale disponiamo con tecnologia proprietaria è uno strumento che utilizziamo e sviluppiamo, ma che è a servizio dell’analista che mette a disposizione tutta la sua expertise per incidere efficacemente su quel famoso 10% di “area grigia” del mondo del credito in cui si annidano i grandi rischi per imprese e istituzioni finanziarie.
Sembrerebbe uno scontro tra due visioni
Tutt’altro, è una formula vincente che contribuisce fortemente a sviluppare la qualità del servizio e ad accrescere la consapevolezza del supporto che può offrire l’IA. Penso alla trasparenza, un elemento chiave nell’analisi del credito, soprattutto in chiave privacy e sicurezza dei dati.
L’intelligenza umana è essenziale per garantire la corretta interpretazione e la divulgazione etica delle informazioni finanziarie, salvaguardando la fiducia dei clienti e rispettando le normative vigenti.
Penso alla gestione dei bias. L’IA può ereditare i bias presenti nei dati di addestramento, ma l’intelligenza umana può rilevarli e adottare misure correttive. L’analista umano può contribuire a garantire equità e non discriminazione nelle decisioni di credito, promuovendo un processo più inclusivo e responsabile.
Poi c’è un aspetto che attiene le situazioni complesse o eccezionali: l’analista umano è in grado di gestire le sfide che vanno al di là delle capacità predittive dell’IA. Le situazioni uniche richiedono spesso un approccio personalizzato, che solo l’intelligenza umana può fornire efficacemente. Questa è stata ed è la chiave vincente di CFBI.
Chi vince la sfida?
Per noi la strada passa attraverso la capacità di adattamento all’innovazione, senza dimenticare che l’importanza dell’intelligenza umana nella gestione del credito si manifesta in molteplici dimensioni, garantendo un approccio più bilanciato, etico e flessibile nell’analisi e nel recupero del credito. La combinazione di competenze umane e potenza computazionale dell’IA è già il presente della gestione del credito, offrendo una soluzione completa e adattabile alle mutevoli esigenze del mondo finanziario.
(Contenuto realizzato in collaborazione con CFBI)