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Luci e ombre sulla Direttiva del mercato secondario degli Npl

Negli ultimi anni il mercato secondario dei non performing loans è in forte crescita e ha acquisito un peso sempre maggiore nella compravendita degli Npl. Con la direttiva europea SMD si sta cercando di regolamentare e sviluppare ulteriormente il settore, ma la sua applicabilità nel contesto italiano sta alimentando diversi dubbi e perplessità tra gli operatori.

L’ultimo “Osservatorio Nazionale NPE Market” ha evidenziato un cambiamento significativo nel panorama dei crediti deteriorati in Italia. Nel 2023 il mercato secondario degli Npl ha superato il mercato primario per la prima volta dal 2017.

Lo scorso anno le operazioni del mercato primario hanno raggiunto un volume complessivo di 14,7 miliardi di euro contro i 16,2 miliardi dei mercati secondari. Questo spostamento rappresenta un’evoluzione importante e comporta implicazioni per diversi player.

Da tempo, il mercato secondario rappresenta un’opportunità e un’occasione per gli investitori di ottenere rendimenti interessanti. Tuttavia, lo stesso presenta anche alcuni rischi e per evitare che diventi una giungla selvaggia, fonte di speculazioni, è necessario venga adeguatamente regolamentato.

La Secondary Market Directive (SMD), adottata nel 2021, mira a creare un mercato secondario europeo più efficiente, sicuro e trasparente. L’Italia è in ritardo nel recepimento della SMD (che doveva essere recepita entro la fine del 2023) e attualmente il governo sta lavorando a un decreto attuativo che, tuttavia, sta alimentando diverse perplessità tra gli operatori del settore.

Tra queste, la scelta di limitare l’applicabilità della Direttiva esclusivamente agli Npl (e non agli Utp) genera dubbi, come l’ampliamento del novero di soggetti che possono originare crediti in sofferenza, che potrebbero comportare maggiori obblighi informativi per i services. Inoltre, la SMD lascia spazio a interpretazioni diverse da parte dei Paesi membri dell’Ue e questo potrebbe creare ostacoli al mercato unico europeo, creando disomogeneità e incertezza. Infine, la creazione di un registro per i gestori di Npl sotto la supervisione della Banca d’Italia potrebbe risultare restrittivo per i gestori italiani che operano all’estero e per quelli europei interessati al mercato italiano.

In definitiva, le nuove regole, combinate alle restrizioni finanziarie esistenti in Italia, potrebbero ostacolare lo sviluppo del mercato secondario dei crediti deteriorati, anziché incentivarlo.

Il mio auspicio è che il recepimento della SMD avvenga con cura e attenzione, tenendo conto delle specificità del mercato italiano e ricercando un equilibrio tra le esigenze di tutela dei debitori e lo sviluppo di un mercato secondario efficiente e trasparente. Personalmente, credo che la Direttiva europea possa essere un’occasione positiva per il nostro Paese, ma solo se applicata correttamente.

Serve un dialogo aperto tra le parti coinvolte per trovare soluzioni che siano nell’interesse di tutti. Le perplessità sollevate dagli operatori del settore sono un invito a un confronto costruttivo per trovare soluzioni che favoriscano la crescita del mercato secondario in modo sano e sostenibile.

E voi, cosa ne pensate? Fatemi sapere la vostra opinione nei commenti!

Alla prossima!

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