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Luigi Luzzatti S.p.A., la nuova società delle Banche Popolari per la gestione dei crediti deteriorati

Luigi Luzzatti S.p.A., la nuova società delle Banche Popolari per la gestione dei crediti deteriorati

Diciassette Banche Popolari italiane si sono unite nella “Luigi Luzzatti S.p.A.”, la nuova società nata per la gestione dei crediti deteriorati e per sfruttare le opportunità della nuova normativa europea Mifid 2.
Diciassette Banche Popolari del Paese hanno dato vita a una nuova società: la “Luigi Luzzatti S.p.A.”, in onore del fondatore degli istituti cooperativi. La nuova realtà, presieduta da Vito Primiceri, presidente della Bpp, si pone come obiettivo principale quello di fare squadra, superando i limiti delle dimensioni di ogni singolo istituto di credito, per realizzare economie di scala.
Nell’annunciare la costituzione il Presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, in presenza degli azionisti, ha dichiarato che “l’avvio di questa importante iniziativa della categoria del credito popolare è il segno di una rinnovata vitalità e capacità di guardare al futuro del settore cooperativo da un lato e del sistema bancario nel suo complesso dall’altro, salvaguardando quest’ultimo da ogni nociva appropriazione e il primo nella sua essenziale funzione di dare credito alle piccole e medie imprese, come fa da più di un secolo e mezzo”.


Le Banche popolari che partecipano all’iniziativa, esprimeranno un’intermediazione sui territori per un totale dell’attivo pari a circa 270 miliardi di euro e 264 miliardi di provvista attraverso una rete di circa 5.200 sportelli. Oltre a costituire un veicolo per la gestione dei crediti deteriorati, la “Luigi Luzzati s.p.a” nasce come uno strumento operativo volto a sfruttare le opportunità offerte dalla nuova normativa europea Mifid 2.

Entrata in vigore ad inizio anno, Mifid 2 è la nuova direttiva in ambito bancario nata con lo scopo di cambiare il rapporto tra i risparmiatori e gli investitori con le banche e i consulenti finanziari. Le nuove regole della Mifid 2 dovranno fornire una maggiore tutela ai risparmiatori (in particolare quelli piccoli e medi) puntando sulla trasparenza dell’informazione, sulle specifiche competenze dei consulenti, sulla produzione di strumenti finanziari adatti alla clientela e sulla dettagliata regolamentazione degli incentivi degli intermediari. In sintesi, la nuova direttiva europea farà in modo che ad ogni cliente l’intermediario proponga dei prodotti pensati e adattati appositamente per quel tipo di clientela o comunque compatibili con il suo profilo personale.

Il costo per l’attuazione di Mifid 2 è stimato a 2,5 miliardi di euro, che potrebbero facilmente salire nei prossimi mesi. Tuttavia, ai costi elevati dovrebbero corrispondere maggiori ricavi  per il mercato del risparmio gestito. I nuovi prodotti infatti puntano dritti alla gestione di un patrimonio rilevante (secondo la Banca d’Italia era del 32% nel 2016) che giace inutilizzato nei conti correnti e nei depositi bancari. Se tutto dovesse filare per il verso giusto, per le banche significherebbero entrate pari a 3,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.

A cura delle redazione
© Riproduzione riservata

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