Il Parlamento italiano ha approvato la Legge di Bilancio per il 2025, la cosiddetta “manovra economica”, introducendo una serie di misure economiche e fiscali volte a stimolare la crescita, sostenere le famiglie e promuovere la sostenibilità ambientale.
Ecco i punti salienti della manovra:
1. Riduzione delle tasse sul lavoro
La manovra 2025 introduce una significativa riduzione delle aliquote fiscali per i redditi da lavoro dipendente, con particolare attenzione alle fasce di reddito medio-basse.
La riforma prevede la riduzione delle aliquote IRPEF da quattro a tre, con l’obiettivo di semplificare il sistema fiscale e alleggerire il carico tributario sui lavoratori. Il governo conferma e rende strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, estendendolo ai redditi fino a 40.000 euro. Innalza la soglia di reddito per l’accesso alla flat tax al 15% sulle attività di lavoro autonomo, portandola da 30.000 a 35.000 euro, ampliando così la platea dei beneficiari. Inoltre, conferma la soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit, fissandola a 1.000 euro per i lavoratori senza figli e a 2.000 euro per quelli con figli, per il triennio 2025-2027.
2. Sostegno alle famiglie
Per aiutare le famiglie italiane, le detrazioni per i figli a carico subiranno modifiche significative. Dal 2025, le detrazioni saranno applicabili solo per i figli di età compresa tra 21 e 30 anni, mentre per i figli sotto i 21 anni saranno inglobate nell’Assegno Unico. Inoltre, per i redditi superiori a 75.000 euro, sono introdotti tetti alle detrazioni, variabili in base al numero di figli e alla presenza di disabilità.
Il Bonus Nido è confermato anche per il 2025, con importi differenziati in base all’ISEE: 3.000 euro annui per ISEE fino a 25.000 euro, 2.500 euro annui per ISEE fino a 40.000 euro e 1.500 euro annui per ISEE superiore a 40.000 euro.
È anche previsto un bonus una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato nel 2025, destinato alle famiglie con un ISEE non superiore a 40.000 euro annui. E, infine, la durata del congedo parentale retribuito all’80% è estesa da due a tre mesi, utilizzabili entro i primi sei anni di vita del bambino. Questa misura mira a favorire una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata per i genitori lavoratori dipendenti.
3. Investimenti in infrastrutture
Il governo ha previsto un piano straordinario per modernizzare le infrastrutture nazionali, destinando risorse al potenziamento del trasporto pubblico, all’acquisto di nuovi mezzi ecologici e al miglioramento delle linee ferroviarie regionali.
Il governo ha stanziato 120 milioni di euro aggiuntivi per il Fondo Nazionale destinato al TPL, per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. È previsto un investimento di 1 miliardo di euro per l’ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, con l’obiettivo di incrementare la sicurezza e l’affidabilità del servizio. Il Gruppo Ferrovie dello Stato (FS), attraverso ANAS, gestisce 32.000 chilometri di strade. Nel piano strategico 2025-2029, sono previsti oltre 40 miliardi di euro di investimenti, di cui 25 miliardi destinati a nuove opere stradali a livello nazionale e 15 miliardi finalizzati al miglioramento della qualità del servizio, inclusa la manutenzione straordinaria di strade e ponti.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto importanti investimenti per garantire la diffusione di reti a banda ultra-larga (fibra FTTH, FWA e 5G), con particolare attenzione alle aree rurali, per colmare il divario digitale e favorire l’accesso a servizi digitali avanzati.
Questo finanziamento è suddiviso in diverse iniziative. Con un budget di 3,52 miliardi di euro, mira a fornire connettività ad almeno 1 Gbps in download e 200 Mbps in upload ai civici attualmente non serviti da reti ad alta velocità. Un finanziamento di 1,12 miliardi di euro si propone di sviluppare infrastrutture 5G, inclusi i corridoi stradali extraurbani, per garantire copertura nelle aree meno servite. Con 261 milioni di euro, l’obiettivo è dotare le istituzioni scolastiche di connessioni ad alta velocità, favorendo l’accesso a risorse digitali per studenti e docenti. Infine, con 335 milioni di euro, mira a fornire alle strutture sanitarie connettività ad almeno 1 Gbps, migliorando l’efficienza dei servizi sanitari digitali. Con 60,5 milioni di euro, prevede la realizzazione di collegamenti in fibra ottica per le isole minori, riducendo il divario digitale in queste aree.
4. Transizione ecologica
La transizione ecologica è uno dei pilastri della manovra economica; prevede innanzitutto una rimodulazione delle detrazioni fiscali per le auto aziendali, con l’obiettivo di favorire i veicoli a basse emissioni. In particolare, per le auto elettriche, la deducibilità fiscale è fissata al 10%, mentre per i veicoli ibridi al 20%. Questa misura mira a incentivare l’utilizzo di veicoli meno inquinanti nel settore aziendale.
La manovra economica introduce modifiche alla detrazione del 65% per interventi residenziali legati all’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo. Inoltre, sono previste semplificazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici lungo le linee ferroviarie, nell’ambito del programma “Transizione 5.0”.
Il governo ha stanziato fondi per sostenere l’adozione di energie rinnovabili, come l’eolico e l’idrogeno verde. In particolare, la manovra 2025 rafforza gli incentivi per gli investimenti in tecnologie innovative attraverso il programma “Transizione 5.0”, con incentivi potenziati per gli investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro.
Per promuovere l’economia circolare, la manovra economica 2025 prevede un aumento dell’aliquota IVA dal 10% al 22% per le prestazioni di smaltimento dei rifiuti effettuate mediante conferimento in discarica o incenerimento senza recupero efficiente di energia. Questa misura mira a incentivare pratiche di gestione dei rifiuti più sostenibili e a ridurre le emissioni di anidride carbonica.
5. Sostegno alle imprese
Il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo è prorogato fino al 31 dicembre 2025 per alcuni settori e fino al 2031 per altri. Le aliquote variano dal 5% al 10%, a seconda del settore di investimento, con un limite massimo annuale di 5 milioni di euro.
Il programma “Transizione 4.0” è prorogato al 2025 con nuove regole. Le imprese dovranno inviare una comunicazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), che, dopo verifica, trasmetterà l’elenco delle imprese beneficiarie all’Agenzia delle Entrate. Gli emendamenti prevedono uno stanziamento di 2,2 miliardi di euro per il programma.
Il programma EIC Accelerator 2025, promosso dalla Commissione Europea nell’ambito di Horizon Europe, offre finanziamenti per start-up e PMI innovative. Il budget complessivo per il 2025 è di 634 milioni di euro. Il supporto finanziario prevede contributi a fondo perduto fino a 2,5 milioni di euro per coprire fino al 70% delle spese ammissibili e investimenti in equity fino a 15 milioni di euro per sostenere la fase di scale-up.
La manovra prevede un contributo in conto capitale per le imprese che hanno usufruito del credito d’imposta per ricerca e sviluppo e hanno aderito alla procedura di restituzione entro il 31 ottobre 2024. Questa procedura consente la restituzione del credito senza sanzioni per attività non ammissibili.
6. Riforma del sistema pensionistico
La Legge Fornero continua a permettere la pensione anticipata ordinaria con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Il governo proroga Quota 103 per il 2025, consentendo l’uscita anticipata dal lavoro con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati, ma imponendo il ricalcolo contributivo. Proroga anche Opzione Donna al 2025, permettendo alle lavoratrici di andare in pensione anticipata con requisiti agevolati, sebbene i dettagli specifici non siano ancora stati definiti.
Anche l’APE Sociale è prorogata al 2025; offre un’indennità a lavoratori in condizioni particolari, come disoccupati, caregiver, invalidi e addetti a lavori gravosi, con requisiti contributivi variabili: 36 anni di contributi per la maggior parte degli addetti a lavori gravosi e 30 anni di contributi per disoccupati, caregiver e invalidi.
L’età minima per la pensione di vecchiaia rimane fissata a 67 anni, con almeno 20 anni di contributi, sia per uomini che per donne.
Per i lavoratori con contribuzione esclusivamente successiva al 1995, è possibile accedere alla pensione anticipata con almeno 64 anni di età, 20 anni di contributi e un importo della pensione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.
I lavoratori impegnati in attività particolarmente faticose e pesanti possono accedere alla pensione anticipata con requisiti agevolati, previa domanda di riconoscimento da presentare entro il 1° maggio 2024 per il pensionamento nel 2025.
7. Lotta all’evasione fiscale
Il governo ha proposto il ritorno del Cashback di Stato nel 2025, offrendo rimborsi fino a un massimo di 200 euro per chi utilizza pagamenti elettronici. La manovra include misure per incentivare l’emissione di scontrini elettronici, sebbene non siano ancora stati definiti i dettagli specifici sugli importi o sulle modalità di incentivo.
A partire dal 2026, sarà obbligatorio collegare i registratori di cassa telematici con i dispositivi POS. Questo collegamento garantirà che ogni transazione elettronica venga registrata e trasmessa automaticamente all’Agenzia delle Entrate, riducendo la possibilità di omissioni o dichiarazioni errate.
Dal 2025, per le imprese e i professionisti, le spese deducibili (come quelle di rappresentanza o per servizi come i taxi) dovranno essere effettuate tramite pagamenti tracciabili, quali carte di credito, bonifici o altri mezzi elettronici. Questo obbligo mira a garantire la trasparenza delle transazioni e a facilitare i controlli fiscali.
Sono previste sanzioni per gli esercenti che rifiutano pagamenti elettronici, al fine di promuovere l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili e ridurre l’uso del contante.
Infine, le risorse destinate all’Agenzia delle Entrate sono state incrementate di 2,3 milioni di euro per l’anno 2025, al fine di rafforzare la capacità di monitoraggio e intervento contro le frodi fiscali.
8. Istruzione e formazione
L’istruzione riceve un’attenzione particolare nella manovra, con risorse dedicate alla digitalizzazione delle scuole e all’acquisto di dispositivi per gli studenti meno abbienti.
È previsto un incremento di 15 milioni di euro per la creazione di campus dedicati all’integrazione tra scuola e impresa, con un focus sulle discipline tecnologiche e professionali.
Lo stanziamento totale per il Fondo integrativo statale per borse di studio è di 36 milioni di euro, destinati a rafforzare il fondo per l’erogazione delle borse di studio agli studenti universitari.
È previsto un investimento di 10 milioni di euro (3 milioni per il 2024 e 7 milioni per il 2025) nel Fondo per l’Erasmus italiano per finanziare borse di studio destinate agli studenti che partecipano a programmi di mobilità tra atenei.
Viene istituito un Fondo per l’edilizia universitaria di 150 milioni di euro per finanziare interventi di costruzione, ristrutturazione e miglioramento degli edifici alloggi e residenze per studenti universitari.
È stato pubblicato un avviso per l’assegnazione di oltre 33,7 milioni di euro destinati a interventi su edifici scolastici pubblici statali, necessari a seguito di verifiche di vulnerabilità sismica e per interventi di riqualificazione energetica.
9. Sanità
La sanità pubblica beneficia di un incremento significativo delle risorse, destinate principalmente all’assunzione di nuovo personale medico e infermieristico, nonché al potenziamento dei servizi territoriali.
Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale è incrementato di 1,302 miliardi di euro per l’anno 2025, portando il totale a 136,5 miliardi di euro. Questo incremento si aggiunge ai 1,2 miliardi già stanziati dalla precedente manovra.
Le risorse destinate ai trattamenti accessori del personale dipendente possono essere incrementate, rispetto a quelle del 2024, con modalità e criteri da stabilire nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale relativa al triennio 2022-2024, di una misura percentuale del monte salari 2021 da determinare, per le amministrazioni statali, nei limiti di una spesa complessiva di 112,1 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025.
Per l’attuazione delle misure del Piano pandemico nazionale per il periodo 2025 – 2029 è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l’anno 2025, 150 milioni di euro per l’anno 2026 e 300 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.
Al fine di consentire la prosecuzione delle attività della Rete italiana screening polmonare, l’autorizzazione di spesa è incrementata di 0,2 milioni di euro per l’anno 2025, di 0,4 milioni di euro per l’anno 2026 e di 0,6 milioni di euro per l’anno 2027.
È previsto un incremento di 3 miliardi di euro per il 2024, seguito da 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi per il 2026, nel Fondo per la ricerca medica, destinato a sostenere la ricerca medica e farmaceutica.
10. Cultura e turismo
È stato introdotto un bonus cultura (500 euro) destinato a giovani e famiglie con reddito basso, consentendo l’accesso gratuito o a tariffe agevolate a musei, teatri e mostre.
Sono stati stanziati fondi per il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico nazionale, sebbene i dettagli specifici degli importi non siano stati forniti nelle fonti disponibili.
È prevista l’introduzione di incentivi fiscali per gli operatori turistici che adottano pratiche sostenibili, al fine di promuovere un turismo responsabile e rispettoso dell’ambiente. Nel Fondo per lo sviluppo dell’offerta turistica è previsto uno stanziamento di 110 milioni di euro, di cui 60 milioni destinati a confluire nelle casse degli operatori del settore attraverso contributi a fondo perduto. Il Fondo per il turismo sostenibile, poi, avrà una valenza pluriennale sul triennio 2023-2025 e una dotazione complessiva di 25 milioni di euro.
È stata infine avviata una campagna di marketing internazionale per promuovere le destinazioni meno conosciute del territorio italiano, con l’obiettivo di attrarre un numero maggiore di visitatori stranieri e diversificare l’offerta turistica.
La manovra economica ha avuto l’OK dell’Unione Europea o no?
Il governo italiano ha elaborato la manovra economica per il 2025 in conformità con le nuove linee guida della governance economica europea, entrate in vigore il 30 aprile 2024. Questo quadro normativo richiede agli Stati membri di presentare piani strutturali di bilancio che delineino gli obiettivi di finanza pubblica e le politiche necessarie per conseguirli. L’Italia ha predisposto la sua legge di bilancio 2025 seguendo queste direttive, con l’obiettivo di rispettare il tasso di crescita della spesa netta stabilito per i prossimi anni.
Inoltre, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con l’Unione Europea per un percorso di rientro del deficit su un arco temporale di sette anni. Questo accordo prevede un contributo significativo da parte del settore finanziario e assicurativo per il finanziamento degli interventi previsti nella manovra di bilancio 2025.
Pertanto, il governo italiano ha sviluppato la manovra economica 2025 in stretta collaborazione con l’Unione Europea, rispettando le nuove regole di governance economica e concordando un piano di riduzione del deficit compatibile con gli obiettivi comunitari.
Cosa si poteva fare di più nella manovra economica?
La manovra economica 2025, pur offrendo diverse misure significative, ha lasciato spazio a critiche su ciò che si sarebbe potuto fare di più per sostenere lo sviluppo del Paese.
Transizione ecologica e sanità pubblica
Tra gli aspetti migliorabili, emerge la necessità di investimenti più ambiziosi nella transizione ecologica. Sebbene siano stati previsti incentivi per energie rinnovabili e veicoli elettrici, manca un piano strutturale più ampio che acceleri la trasformazione energetica dell’Italia. Una rete di ricarica più capillare e un maggiore sostegno alla decarbonizzazione industriale avrebbero potuto rappresentare passi fondamentali verso questo obiettivo.
Un altro settore che avrebbe potuto beneficiare di interventi più incisivi è quello della sanità pubblica. Nonostante l’incremento delle risorse previsto, molte regioni italiane continuano a soffrire di carenze strutturali e di personale. Un aumento più marcato della spesa avrebbe garantito un accesso più equo ai servizi sanitari, soprattutto nelle aree meno servite, migliorando la qualità complessiva dell’assistenza.
Lotta alla povertà e istruzione/ricerca
Sul fronte della lotta alla povertà, la manovra ha lasciato insoddisfatte alcune aspettative. Un rafforzamento dell’ex Reddito di Cittadinanza o l’introduzione di programmi più ampi di inclusione sociale avrebbero potuto fornire un sostegno più solido alle fasce più vulnerabili della popolazione. Inoltre, anche la riduzione del cuneo fiscale, sebbene apprezzabile, è considerata da molti esperti ancora insufficiente rispetto agli standard di competitività europei. Una riduzione più significativa avrebbe potuto incentivare le assunzioni e rendere il lavoro più conveniente.
Anche l’istruzione e la ricerca avrebbero meritato un investimento più deciso. Pur riconoscendo i fondi stanziati, un ulteriore incremento delle risorse destinate alle scuole, alle università e alla ricerca scientifica avrebbe dato un impulso importante allo sviluppo delle competenze, in particolare nelle discipline STEM, che sono cruciali per il futuro tecnologico del Paese. Allo stesso modo, un maggiore sostegno all’innovazione e alle start-up, attraverso fondi più consistenti, avrebbe favorito la nascita di nuove imprese tecnologiche e attratto investimenti esteri.
Perché queste misure non sono entrate nella manovra economica?
Le ragioni per cui queste misure più ambiziose non sono state adottate sono molteplici. Innanzitutto, il governo italiano è vincolato agli accordi con l’Unione Europea, che richiedono il rispetto di un percorso di rientro del deficit su un arco temporale ben definito. Questo ha costretto l’esecutivo a mantenere il deficit sotto controllo, limitando la possibilità di finanziare interventi più audaci. Inoltre, il livello elevato del debito pubblico italiano impone prudenza nelle scelte di bilancio, per evitare pressioni sui mercati finanziari e aumenti del costo del debito.
Anche la scarsità di risorse disponibili ha giocato un ruolo determinante. Il governo ha dovuto fare scelte difficili, privilegiando interventi considerati più urgenti, come il sostegno alle famiglie e alle imprese, a scapito di altri settori. Le priorità politiche della maggioranza di governo hanno ulteriormente influenzato le decisioni, orientando la manovra verso temi strategici, ma trascurando alcune aree critiche. Infine, bisogna considerare che alcune riforme, come quelle legate alla transizione ecologica o all’istruzione, richiedono tempi di attuazione più lunghi e una pianificazione pluriennale, non sempre compatibili con le scadenze di bilancio annuali.
In definitiva, la manovra economica 2025 è stata il frutto di un equilibrio complesso tra esigenze immediate, vincoli economici e pressioni politiche. Sebbene rappresenti un passo avanti in diverse aree, lascia intravedere margini di miglioramento che potrebbero essere esplorati in futuro.
Per comodità, i punti della manovra delineati prima sono riassunti in questa infografica: