L’apparente disconnessione tra l’euforia dei mercati finanziari e la crescente instabilità geopolitica globale costituisce un enigma che intriga e preoccupa gli osservatori economici.
Mentre il mondo è alle prese con una serie di crisi, dai conflitti armati alle tensioni commerciali, gli indici borsistici continuano a registrare nuovi record. Come spiegare questa apparente paradossalità?
La storia si ripete?
L’analisi storica ci offre numerosi esempi di come i mercati finanziari abbiano reagito a eventi geopolitici di grande portata. La prima crisi petrolifera del 1973, le guerre in Medio Oriente, le tensioni tra le superpotenze: in tutte queste occasioni, abbiamo assistito a una prima reazione negativa, seguita da una rapida ripresa e, spesso, da una nuova fase di crescita.
Le ragioni di un disaccoppiamento
Diverse sono le ragioni che possono spiegare questo fenomeno.
- La maturità dei mercati: I mercati finanziari odierni sono sistemi complessi e altamente sofisticati, in grado di assorbire shock e di reagire rapidamente ai cambiamenti. Gli investitori istituzionali, dotati di sofisticati strumenti di analisi e di una visione a lungo termine, sono sempre più in grado di identificare le opportunità nascoste nelle crisi.
- La globalizzazione: La globalizzazione ha reso i mercati finanziari interconnessi e più resilienti. Un evento negativo in una regione può essere compensato da una crescita in un’altra parte del mondo.
- L’influsso della tecnologia: L’avvento dell’intelligenza artificiale e dell’analisi dei big data ha rivoluzionato il modo in cui gli investitori prendono le decisioni. Gli algoritmi sono in grado di elaborare una quantità enorme di dati in tempo reale, identificando trend e opportunità che sfuggono all’analisi umana.
- La ricerca del rendimento: In un contesto di tassi d’interesse bassi e di scarsa crescita economica, gli investitori sono sempre alla ricerca di rendimenti più elevati. Le crisi geopolitiche, pur creando incertezza, possono anche generare nuove opportunità di investimento.
Vediamo ora degli esempi specifici di come i mercati abbiano reagito a vari eventi di crisi.
Reazioni dei mercati a eventi geopolitici specifici
Guerra in Ucraina: l’invasione russa ha provocato un’immediata reazione negativa sui mercati, con forti cali degli indici azionari e un aumento della volatilità; energia, materie prime, tecnologia e finanza sono stati tra i settori più colpiti dalle sanzioni e dall’incertezza geopolitica; allo stesso tempo, l’aumento della spesa militare e la necessità di diversificare le fonti energetiche hanno creato nuove opportunità per alcune aziende. Infine, il conflitto ha innescato una crisi energetica globale, con un forte aumento dei prezzi del gas e del petrolio, influenzando l’inflazione e le politiche monetarie delle banche centrali.
Crisi energetica: la crisi energetica ha contribuito all’accelerazione dell’inflazione, costringendo le banche centrali a inasprire la politica monetaria, con ripercussioni sui mercati azionari e obbligazionari; la crisi ha accelerato la transizione verso fonti di energia rinnovabile, favorendo gli investimenti in questo settore. I governi hanno comunque intensificato gli sforzi per garantire la sicurezza energetica dei propri Paesi, con implicazioni per le politiche industriali e commerciali.
Altri esempi sono stati la pandemia di COVID-19, che ha provocato un crollo dei mercati, seguito da una rapida ripresa grazie agli stimoli fiscali e monetari, e la guerra commerciale USA-Cina, che ha generato incertezza e volatilità sui mercati, con ripercussioni sulle catene di approvvigionamento globali.
In ogni caso, negli ultimi 5 anni (praticamente da poco prima della pandemia), le principali borse europee (Germania e Francia), l’indice di riferimento dei titoli europei (lo Stoxx 50) e quello delle azioni USA (S&P500), hanno avuto la performance che segue.
L’eccezione che conferma la regola? Cinismo o razionalità?
L’11 settembre 2001 rappresenta un caso a parte. A differenza di altre crisi, questi attacchi terroristici, che hanno effettivamente cambiato la Storia, hanno provocato un crollo prolungato dei mercati. Tuttavia, anche in questo caso, la ripresa è stata relativamente rapida (un paio di anni), grazie agli interventi delle banche centrali e dei governi.
L’affermazione che “le guerre facciano bene ai mercati” è certamente provocatoria. Tuttavia, è innegabile che i conflitti armati possano avere un impatto significativo sull’allocazione delle risorse e sulle dinamiche competitive tra le imprese. In questo senso, i mercati possono essere visti come un meccanismo di selezione, che premia le aziende più innovative e resilienti.
In sintesi
Il rapporto tra mercati finanziari e geopolitica è complesso e in continua evoluzione. Se da un lato è indubbio che le crisi geopolitiche possano avere un impatto significativo sull’economia globale, dall’altro è altrettanto vero che i mercati finanziari sono sempre più in grado di assorbire shock e di adattarsi a nuove condizioni.