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Mercato NPL in espansione grazie ai tassi di interesse

Mercato NPL in espansione grazie ai tassi di interesse

La situazione dei tassi di interesse sta alimentando una crescita senza precedenti nel mercato dei Non Performing Loans (NPL), aprendo nuove opportunità e sfide per investitori e istituti finanziari.

L’aumento dei tassi d’interesse, in risposta all’inflazione e alla stretta monetaria, ha fatto aumentare il costo dei prestiti, portando a rate più alte per i mutuatari. Questo ha temporaneamente sostenuto gli attivi delle banche, ma potrebbe causare difficoltà a lungo termine per imprese e famiglie nel rimborso dei debiti, nonostante la recente riduzione dei tassi da parte della BCE.

Bankitalia ha raccomandato prudenza e vigilanza agli istituti di credito su questo fronte. Tuttavia, questa situazione crea opportunità per chi opera nei mercati dei crediti deteriorati, richiedendo una gestione del rischio equilibrata e diversificata.

Le previsioni sugli NPL

L’aumento dei tassi di interesse nell’Eurozona, mirato a contenere l’inflazione, ha beneficiato i conti delle banche e gli azionisti (grazie ai dividendi e al capital gain dei titoli bancari), ma comporta rischi a medio-lungo termine per imprese e privati, poiché l’incremento delle rate dei mutui e il costo elevato dei finanziamenti possono portare all’insolvenza.

Secondo gli ultimi Outlook ABICERVED, il tasso di deterioramento dei crediti alle imprese potrebbe raggiungere il 3,8% nel 2023 (lo ha fatto) e 2024, indicando una crescente difficoltà nei rimborsi e generando più Non Performing Loans (NPL). Un’altra categoria sotto osservazione è quella degli Unlikely to Pay (UTP), prestiti con insolvenza potenziale, ma rapporto debitorio attivo. Sebbene la BCE abbia iniziato a ridurre i tassi, questi rimangono elevati e la discesa sarà lenta, con un contesto economico ancora incerto a causa di vari fattori globali. Gli analisti prevedono che il picco degli NPL non sia ancora stato raggiunto, e che i crediti deteriorati potrebbero aumentare ulteriormente nel 2024 e 2025.

Rischio o risorsa?

Gli NPL, pur rappresentando un rischio economico per i creditori, possono trasformarsi in asset d’investimento per diversificare i portafogli. Per esempio, il fondo europeo NPL & UTP SICAV, specializzato in portafogli ipotecari/immobiliari, crea una connessione diretta tra banche, investitori e mercato degli NPL.

Questo fondo raccoglie capitali dalle banche per acquistare crediti ipotecari NPL, direttamente o tramite intermediari. Le possibilità di monetizzazione includono il recupero diretto dei crediti, la cessione a un altro investitore o la cartolarizzazione. Una recente campagna di marketing ha ottenuto richieste di pre-sottoscrizione per 500 milioni di euro, e una nuova piattaforma del fondo, che mira a raccogliere crediti in tutta Italia, sarà presto lanciata.

Una vera liberalizzazione?

A giugno, l’Italia ha recepito la Direttiva Ue 2167/2021, nota come NPL Secondary Market Directive, che introduce la figura degli “acquirenti di crediti”, ovvero persone fisiche o giuridiche che possono acquistare NPL, con l’obiettivo di allargare il mercato. Tuttavia, questa non è una piena liberalizzazione, poiché spesso gli acquirenti devono coinvolgere un gestore, aumentando i costi di gestione e riducendo i rendimenti netti. Inoltre, l’acquisto di crediti singoli o piccoli portafogli risulta più costoso, mentre i player autorizzati che operano sistematicamente possono beneficiare di prezzi più bassi grazie al loro peso sul mercato.

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