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Moody’s: banche stabili, ma performances sotto le aspettative

Secondo l’agenzia di rating Moody’s, il sistema bancario italiano rimane solido, nonostante la guerra in Ucraina

La reddittività delle banche italiane rimane stabile, ma inferiore rispetto alle previsioni di inizio anno. Ad evidenziarlo è Moody’s, nota agenzia statunitense, che ha dovuto rivedere le stime a causa del conflitto in Ucraina. Le conseguenze della guerra, infatti, hanno rallentato la crescita economica, nello specifico in alcuni settori già pesantemente colpiti dall’emergenza sanitaria. Negli ultimi mesi, i prezzi dell’energia e delle materie prime sono schizzati alle stelle, impattando in modo significativo sulla stabilità dei mercati finanziari. Inoltre, l’inflazione porterà ad un ulteriore deterioramento della qualità degli asset. Nel 2022 il Pin italiano dovrebbe crescere del 3,2%, in calo rispetto alle precedenti stime del 4,3%. Nonostante questo, i coefficienti patrimoniali delle banche italiane rimangono stabili.

“In Europa, la maggior parte dei settori bancari sperimenterà un ambiente operativo in deterioramento nei prossimi 12-18 mesi e una maggiore incertezza rispetto alle precedenti aspettative di Moody’s” ha affermato Louise Welin, Vice Presidente e Senior Credit Officer della società di rating americana. “La crisi Russia-Ucraina sta abbassando la crescita economica, aumentando l’inflazione e ponendo rischi significativi. Tuttavia, le prospettive per questi dieci sistemi bancari rimangono stabili, riflettendo la nostra opinione che possano superare queste sfide”.

Nel corso dei CvSpringDay a Milano, Monica Curti, Senior Credit Officer Gruppo Finanza Strutturata di Moody’s, ha riportato i risultati in merito alle cartolarizzazioni dei crediti deteriorati. Su 32 operazioni, 15 hanno registrato performances al di sotto delle attese e la percentuale aumenta guardando alle sole cessioni sostenute da garanzia pubblica. Nei prossimi mesi, gli operatori di mercato si attendono nuovi flussi di crediti deteriorati, in particolare per quanto riguarda i crediti in bonis classificati a Stage 2, che potrebbero presto trasformarsi in non performing.

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