Nuovo procedimento sui crediti deteriorati di MPS: il giudice dispone l’imputazione obbligatoria per cinque ex dirigenti. La difesa lo definisce un provvedimento superfluo.
NPL di MPS: nuovi problemi legali
Si profila un nuovo procedimento legale riguardante i crediti deteriorati del Monte dei Paschi di Siena (MPS). Il giudice Teresa De Pascale ha ordinato l’imputazione per cinque ex dirigenti della banca, tra cui Marco Morelli, Alessandro Falciai e Stefania Bariatti, accusati di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato nei bilanci del 2016 e 2017. Inoltre, ha disposto la loro iscrizione, insieme all’ex dirigente Nicola Clarelli, per truffa aggravata.
Il giudice ha anche archiviato alcune accuse mosse contro Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori per prescrizione, relativi a un’altra indagine sui crediti deteriorati della banca. Gli avvocati degli ex dirigenti hanno criticato la decisione, sostenendo che la Procura di Milano aveva già confermato la loro buona fede e il rispetto degli obblighi di bilancio.
Cos’è successo in MPS?
Secondo una perizia del 2012-2015, MPS non aveva contabilizzato tempestivamente rettifiche su crediti per 11,42 miliardi di euro. Nel 2021, le indagini hanno ricevuto un’estensione fino al 2017, portando all’inclusione di altri indagati come Daniele Bigi, Arturo Betunio e Nicola Clarelli.
Giudici al lavoro
La chiusura delle indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio anche per la banca, porta dunque alla separazione delle posizioni di Salvadori, Morelli, Falciai, Bariatti e Clarelli, per cui si parla di archiviazione. Tuttavia, Giuseppe Bivona, socio di Bluebell Partners Limited e principale accusatore della banca, ha contestato questa richiesta, sostenendo che i falsi in bilancio avrebbero occultato l’insolvenza della banca, ostacolando l’erogazione degli aiuti di Stato.
Il giudice De Pascale ha ordinato ulteriori indagini da concludere entro sei mesi, e ha disposto l’iscrizione per l’ex management, inclusi quelli che otto anni fa furono chiamati a sostituire il precedente vertice per affrontare la crisi della banca. Secondo il giudice, questi dirigenti erano a conoscenza delle false contabilizzazioni precedenti e non le hanno corrette adeguatamente, continuando a rappresentare una situazione economico-patrimoniale non veritiera.
In conclusione, il procedimento si concentra su presunte irregolarità contabili e la possibile truffa ai danni dello Stato per la ricapitalizzazione del 2017, con accuse che spaziano dalle false comunicazioni sociali alla manipolazione del mercato e truffa aggravata. Le archiviazioni per prescrizione riguardano gli anni 2012-2014.