Nel 2022, circa la metà degli italiani detiene dei mutui e prestiti, dato in aumento del 6,5% rispetto all’anno precedente. La rata media mensile è di 307 euro. L’importo delle rate mensili è più elevato nelle regioni del Nord, mentre i prestiti sono la tipologia di finanziamento più rappresentata al Sud e nelle Isole. L’indagine di Crif
Mutui e prestiti in crescita del 6,5% nel 2022
Cresce il numero di italiani con mutui e prestiti a carico. Secondo l’ultima indagine di Mister Credit, divisione del gruppo CRIF, nel 2022 il 47,4% degli italiani detiene un mutuo o un prestito, dato in aumento del 6,5% rispetto all’anno precedente.
La rata media mensile a livello pro-capite è di 307 euro, in calo del 2,5% rispetto al 2021, mentre l’importo residuo da rimborsare ammonta, in media, a 33.183 euro, in crescita del 3,1% rispetto al 2021. Lo studio fornisce una fotografia dei principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte degli italiani, evidenziando le principali differenze a livello territoriale.
In merito alla tipologia di finanziamento, al primo posto ci sono i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, elettrodomestici, articoli di arredamento, ecc.) che rappresentano il 51,1% del totale, registrando un aumento dello 0,7% rispetto 2021 e una rata media mensile di 140 euro. Al secondo posto si trovano i prestiti personali (29%) e al terzo posto i mutui per acquisto di abitazioni (19,9%).
Le differenze regione per regione
Lo studio riporta anche le differenze a livello regionale rispetto all’utilizzo del credito da parte dei consumatori.
Le regioni in cui l’importo della rata mensile è più elevata sono il Trentino-Alto Adige (388 euro), la Lombardia (356 euro) e il Veneto (343 euro). Va considerato, che in queste regioni il reddito disponibile risulta spesso superiore rispetto alla media nazionale, permettendo ai consumatori di rimborsare una rata più elevata in modo più agevole. Viceversa, le rate mensili più basse si registrano nel Sud e nelle Isole, in particolare in Calabria (253 euro), in Sardegna (259 euro) e in Molise (261 euro). Questa differenza Nord-Sud si riscontra anche nell’importo del debito residuo da rimborsare che è il più alto in Trentino-Alto Adige e il più basso in Calabria.
Per quanto riguarda invece la distribuzione a livello territoriale della tipologia di finanziamento, i mutui hanno un’incidenza maggiore all’interno del portafoglio delle famiglie della Valle d’Aosta (27,7%) del Friuli-Venezia Giulia (27,5%) e dell’Emilia-Romagna (24,6%). Agli ultimi posti della graduatoria, si collocano invece le regioni del Sud, in particolare la Calabria (11,4%), la Sicilia (13,6%) e la Sardegna (14,6%).
Rispetto ai prestiti personali, l’incidenza maggiore si registra in Basilicata (32,9%), in Sicilia (32,1%) e in Campania (31,4%). Infine, per quanto riguarda i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, l’incidenza più elevata si registra in Calabria (57,8%), in Sicilia (54,7%) e in Molise (54,3%).
Futuro incerto
“Nel corso dell’ultimo anno, i flussi di credito erogato alle famiglie hanno mostrato un rallentamento, risentendo dell’impatto del contesto geopolitico e dell’inflazione. In particolare, la dinamica è stata comunque positiva per il credito al consumo e per i prestiti personali, mentre i mutui hanno risentito degli effetti dell’aumento dei tassi di interesse” ha commentato Beatrice Rubini, direttrice della linea Mister Credit di CRIF. “Nel complesso, la sostenibilità degli impegni finanziari da parte delle famiglie si è confermata elevata, ma per il prossimo futuro bisognerà valutare gli impatti derivanti dall’incertezza causata dal proseguimento del conflitto in Ucraina, nonché dalla crescita dei costi dell’energia, oltre che dei tassi di interesse. Tutti fattori che indubbiamente rappresentano un motivo di preoccupazione per gli italiani. E l’insieme di queste circostanze richiede attenzione, in prospettiva, sul tema della qualità del credito”.