Perché tutto il sistema che ruota intorno ai Non Performing Loans funzioni bene e produca risultati è ora di agire sui tempi della giustizia civile. Questa e altre riflessioni del Governatore su un mondo che, complessivamente, cresce in salute e meccanismi virtuosi.
Abbiamo già affrontato il tema di questo editoriale, in area news (clicca qui per leggere l’articolo), ma desideriamo riprendere il discorso qui, con maggiore libertà, per un paio di motivi.
In primis perché non è poi così frequente, nonostante le aspettative, che una personalità dello spessore di Ignazio Visco, per specializzazione, autorevolezza e ruoli svolti, dica la propria con ampiezza su un tema specifico, a noi caro, come gli NPL.
In secondo luogo perché condividiamo molto di ciò che il Governatore di Bankitalia esprime e sostiene; inoltre ci piacerebbe dichiarare, in questa sede, la nostra personale gerarchia dei problemi e delle soluzioni prospettati da Visco, secondo la sensibilità data dal nostro lavoro e da una “personale” visione dello scenario di riferimento.
Ignazio Visco ha esternato in merito a banche e crediti nel corso di un’audizione presso la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Non si è trattato quindi di un esame sistematico e approfondito del contesto, ma di una serie d’utili considerazioni nel merito, tra loro legate ma non necessariamente organiche.
Emerge però, in diversi passaggi, un grande tema che c’interessa tutti.
Calendar provisioning, perché la sua introduzione e le scadenze precise, in Italia potrebbero creare più disagi che altrove? la risposta è antica almeno quanto la Repubblica, o quasi. La cronica lentezza della giustizia civile, che influisce sulla “elevata durata delle procedure di recupero dei crediti si traduce, meccanicamente, in un maggiore stock di Npl e ne deprime il valore”. Un dato evidente quanto innegabilmente pernicioso. La soluzione la conosciamo bene, anch’essa sulla bocca di tutti da “ere” democratiche e istituzionali: interventi efficaci e veloci per attenuare la situazione alla base. Lo sappiamo tutti, ma applausi a scena aperta. Dobbiamo continuare a urlarlo a squarciagola e più in alto si pone il megafono, tanto meglio.
Gacs (Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze): uno strumento utile, che ha discretamente contribuito a ridurre il peso dei crediti deteriorati e la corrispondente esposizione dello Stato. Ma anche qui c’è un “ma”. Meno di metà delle operazioni finora intraprese possono vantare recuperi del credito in linea con i rispettivi business plan.
Torniamo a qualche riga più su: agire sui ritardi della giustizia civile avrebbe un ottimo impatto sulla velocità delle ristrutturazioni aziendali e sul recupero dei crediti. Garantirebbe inoltre il buon funzionamento del mercato secondario degli NPL.
In generale, Visco ha anche registrato come l’aumento dei crediti deteriorati rappresenti il principale rischio attuale e nel prossimo futuro, per le banche italiane, ma, nonostante tutto questo, la loro posizione appaia più solida rispetto al passato e in 5 anni lo stock di crediti deteriorati sia diminuito di quasi due terzi.
Rimane molto, anzi moltissimo da fare. Ma garantire tempi “civili” per il processo civile è una questione ormai ineliminabile e non più procrastinabile. Non ne va solo della nostra “civiltà”, per ribadire l’urgenza ripetendo ancora una volta il concetto, bensì ormai anche delle chance fornite al sistema bancario, all’intero comparto finanziario e in ultima analisi, con effetto domino, a tutta l’economia del Paese.
I modi e i sistemi sono appannaggio del legislatore. Possiamo, per una volta, sperare sia stimolato da un governo “tecnicamente” consapevole?