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NPL, attesi nuovi flussi di deteriorato per il 2021

Secondo l’ultima edizione del Market Watch NPL di Banca Ifis, il tasso di deterioramento del credito salirà dall’1,3% del 2020 al 2,8% del 2021

La crisi sanitaria e il lockdown dei mesi scorsi, come inevitabile, si faranno sentire sul settore del credito. Banca Ifis prevede un incremento dei flussi di deteriorato nei bilanci bancari con un tasso di deterioramento del 2,8% nel 2021, più del doppio rispetto al 2020. I dati risalgono all’ultima edizione del Market Watch NPL, presentato stamane in occasione dell’NPL Meeting 2020 – The New Wave. Con l’aumento dei crediti deteriorati, l’NPE Ratio passerà dal 6,2% del 2020 al 7,3% del 2021. L’aumento del deteriorato inciderà in particolare sul segmento imprese.

Il report di Banca Ifis ha analizzato anche il mercato delle transazioni di Npl, che si conferma piuttosto dinamico con 34 miliardi di euro di transato nel 2020 ed altrettanti nel 2021. Il mercato secondario farà la sua parte sul totale delle transazioni, con un’incidenza del 29% nel 2020 e del 30% nel 2021. I portafogli unsecured saranno la tipologia con maggiore incidenza sul transato, mentre si consoliderà anche il mercato dei crediti Utp con 27 miliardi di euro di transizioni attese tra il 2020 e il 2021. Il mercato dei crediti deteriorati è detenuto per circa la metà dai primi 6 investistori, che dimostrano una forte specializzazione nei portafogli acquisiti, fatta eccezione per Amco.

Lo studio si sofferma anche sull’evoluzione della Gacs, la garanzia pubblica. Dal 2016 infatti sono state 31 le operazioni effettuate tramite Gacs, per un valore complessivo di 77 miliardi di euro, con 6 operazioni attese entro la fine del 2020. I portafogli assistiti dalla garanzia statale presentano 10 casi su 15 che performano al di sotto del business plan, nonostante la rilevazione sia antecedente la crisi sanitaria. Questo trend potrebbe portare a nuove cessioni di quote di portafogli unsecured verso servicer specializzati.

Infine, nel 2021 lo stock complessivo di NPE da gestire in Italia potrebbe ammontare a 385 miliardi di euro, con un probabile ulteriore incremento nel 2022. Il 44% dello stock 2020 (circa 338 miliardi) è attualmente gestito da 6 servicer, che dal 2013 ad oggi hanno mantenuto un livello di crescita e redditività positivo e costante.

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