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NPL: varrebbero doppio se la giustizia fosse più veloce

NPL: varrebbero doppio se la giustizia fosse più veloce

La lentezza della giustizia civile concernente gli NPL ne sminuisce il valore, che potrebbe essere ben più alto se essa fosse più veloce, efficace ed efficiente

Lentezza della giustizia Italiana

La lentezza della giustizia civile, per cui l’Italia è tristemente famosa, è evidentemente una delle principali criticità del nostro sistema Paese. Le sue ricadute sono estremamente significative, e si configurano come negative su competitività, investimenti e costo del debito.

Non siamo noi che lo diciamo, è un oganismo al di sopra di ogni sospetto, cioè la World Bank. l’Italia si classifica, infatti, ben al 122esimo posto su 190 nel ranking internazionale dell’indicatore Enforcing Contracts.

L’indicatore Enforcing Contracts del Rapporto Doing Business misura i tempi e i costi di risoluzione di una controversia commerciale attraverso un tribunale locale di primo grado. Misura altresì l’indice di qualità dei processi giudiziari, valutando se ogni economia abbia adottato una serie di buone pratiche che promuovano la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario.

In Italia si stima che la lentezza dei processi civili produca una perdita di circa il 3% del Pil all’anno. Lo dice uno studio Cer Eures sui ritardi del sistema

L’indicatore ci penalizza in particolar modo in due settori: eccessiva durata delle procedure esecutive e lento smaltimento dei carichi pendenti. Entrambi i fattori, inoltre, sono stati ulteriormente aggravati dalla recente emergenza sanitaria.

Queste difficoltà strutturali, chiaramente, hanno un riverbero negativo anche nella gestione dei crediti deteriorati. Infatti provocano una riduzione dei tassi di recupero e del valore degli NPL. Il tutto si ripercuote, a sua volta con effetti negativi, sul mercato del credito e sulla solidità dell’intero sistema economico.

Le conseguenze sugli NPL

Ad ottobre la Cerved ha elaborato un report sull’argomento, “La durata dei fallimenti e gli impatti sul mercato degli NPL“. Cosa dicono i dati? Ebbene, essi indicano che nel 2021 i creditori hanno dovuto attendere in media 7 anni e 3 mesi per la chiusura di un fallimento. Il dato è in lieve calo rispetto al 2020 (7,4 anni), che riporta i tempi ai livelli del 2019.

Il maggior discrimine per la durata delle procedure fallimentari è il territorio. Si evidenzia un gap molto esteso. Si va da tempi medi di circa 3 anni nei tribunali più efficienti ad oltre 18 anni nei più lenti. Forti sono differenze tra Nord e Sud della nazione anche nell’incidenza delle procedure pendenti sul totale di quelle aperte. Le esecuzioni immobiliari durano invece in media 5,3 anni, e qui si va da 2 a quasi 12 anni di attesa.

Gli effetti sul valore dei crediti deteriorati sono rilevanti. Secondo le stime di Cerved, se ci si ponesse secondo la prospettiva di un investitore, un portafoglio di 100 euro di crediti bloccati in società fallite varrebbe in media 14,3 euro. Ma tale portafoglio potrebbe aumentare fino a 30,1 euro nei tribunali più efficienti, e svalutarsi fino a 3,2 euro in quelli più lenti.

E per gli NPL bloccati in esecuzioni immobiliari? Qui il valore medio di un portafoglio di 100 euro è invece pari a 29,8 euro. Si sale fino a 53,5 euro a Trieste, il tribunale più rapido, e ci si svaluta fino a 13,1 euro a Fermo, il più lento.

Nel totale, il valore stimato delle sofferenze è di circa 7 miliardi di euro. Ovviamente questo valore è tale se lo si valuta con la prospettiva di un investitore specializzato in NPL (il 21,4% del valore lordo, pari a quasi 33 miliardi a fine 2021).

Crescita del valore degli NPL

Secondo le elaborazioni dello studio di Cerved, tale valore potrebbe crescere fino a 12,7 miliardi se tutti i tribunali salissero al livello di quello di Ferrara, il più efficiente d’Italia se si considerano insieme procedure fallimentari ed esecuzioni immobiliari.

Nell’ottica di una banca, che può scontare i flussi futuri a tassi di rendimento significativamente più bassi di un investitore speculativo, il valore delle sofferenze sul mercato sarebbe invece pari a 10 miliardi di euro.

In questo caso, la diversa durata delle procedure avrebbe un impatto meno incisivo sul valore delle sofferenze. C’è comunque da notare che l’eterogeneità dei diversi tribunali comunque genera effetti non irrilevanti.

Le evidenti necessità

Questi dati sulla durata delle procedure esecutive evidenziano due necessità: uniformare le performance dei diversi tribunali e convergere verso le buone pratiche delle corti più virtuose.

La pandemia ha reso il re nudo, evidenziando tutte le criticità dell’attuale modello di gestione della giustizia amministrativa. Essa risulta particolarmente carente da un punto di vista tecnologico, organizzativo e culturale.

Allo stesso tempo, l’emergenza sanitaria ha però svolto anche una funzione di pungolo, di stimolo necessario ed indispensabile. Essa ha stimolato l’introduzione di elementi di digitalizzazione e semplificazione dell’iter burocratico-processuale. Chiaramente ciò è stato dovuto al necessario svolgimento delle udienze da remoto e dai riparti per via telematica. In diversi casi queste necessarie pratiche hanno dimostrato di mitigare i limiti strutturali connessi a una gestione ancora prevalentemente manuale dei processi (nel 2022!), e ad una generale opacità di informazione.

Le proposte di Cerved

L’incertezza del quadro macroeconomico rende parecchio probabile una nuova crescita degli NPL nei prossimi anni. Si rende quindi necessario rafforzare l’efficacia del sistema giudiziario onde rispondere alle nuove esigenze del mercato in maniera tempestiva e attuale.

Nel report, Cerved identifica una serie di soluzioni concrete per rendere più efficiente ed uniforme il sistema processuale italiano. Ovviamente bisogna ridurre la durata dei giudizi con conseguente contenimento dei costi e risparmio di spesa pubblica, nel rispetto dei parametri UE e in ossequio al principio generale di ragionevole durata del processo.

Le soluzioni proposte agiscono su tre specifiche leve: modifiche normative, dematerializzazione e digitalizzazione dei processi e innovazione tecnologica. Eccole.

  • Raccolta strutturata di dati e informazioni
  • Esecuzione automatizzata di azioni ripetitive a basso valore
  • Monitoraggio delle tempistiche di esecuzione delle attività e relative performance
  • Processi strutturati e codificati basati su WorkFlow automatizzati che integrino le fasi procedurali con le attività operative per rendere uniforme la lavorazione legale nei Tribunali;
  • Utilizzo di format guidati, suggeriti e alimentati da software per la creazione di medesime tipologie documentali
  • Semplificazione della gestione contabile delle procedure
  • Calendarizzazione automatica di udienze e aste sulla base delle disponibilità di Giudici e Ausiliari
  • Sistema premiante per gli Ausiliari basato sulle performance
  • Ridefinizione dell’organico dei Tribunali sulla base di indicatori di performance chiari, misurabili e oggettivi
  • Percorsi formativi per accrescere le competenze tecnologiche e gestionali dei Giudici e degli Ausiliari
  • Razionalizzazione e riduzione dei soggetti coinvolti nel processo, in particolare quello esecutivo

In particolare, si evidenzia come un diffuso utilizzo delle tecnologie digitali, combinato con l’applicazione di strumenti di AI, ML e di algoritmi di giustizia predittiva, consentirebbe di aumentare notevolmente la qualità e l’efficacia dei servizi forniti alla comunità.

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