Secondo lo studio della Federazione Autonoma Bancari Italiani presentato durante il XXI congresso, la gestione interna è più conveniente rispetto all’affidamento dei non performing loans a società esterne
Fabi, l’organizzazione sindacale bancaria ha presentato in occasione del XXI congresso, tenutosi a Roma, uno studio basato sui dati di Bankitalia che propone uno schema programmato di gestione interna degli Npl. Grazie a questo modello, Fabi sostiene che formando il personale interno e creando figure manageriali ad hoc che sovrintendano alla gestione delle sofferenze vi sia un considerevole vantaggio piuttosto che affidare gli Npl ad un service esterno. Infatti, sulla base dei dati di Bankitalia, i tassi di recupero degli Npl gestiti internamente si sarebbero attestati intorno al 47,3% contro il 23% registrato quando il recupero è affidato a società esterne.
Per il sindacato bancario l’operazione proposta ha tre scopi principali: 1) salvaguardare la continuità delle banche con un importante risparmio in termini di accantonamento del capitale; 2) tutelare la relazione tra banca e clientela; 3) valorizzare il portafoglio dei crediti deteriorati, evitando che quest’ultimi si svalutino (cosa che invece avviene quando vengono ceduti a terzi).
Secondo Fabi, le società esterne non avendo una relazione diretta col cliente e in mancanza di informazioni dettagliate sulle singole posizioni in sofferenza, non sono in grado di valorizzarne al meglio la gestione. I fondi speculativi infatti sono disposti ad acquistare i crediti deteriorati a un costo di poco superiore al 22%, (contro il 41% del prezzo di carico stimato nei bilanci delle banche), innescando così pesanti perdite sul capitale e costringendo gli istituti di credito a ridurre il valore delle loro azioni. Questa operazione costringe le banche a nuove ricapitalizzazioni con effetti diluitivi sull’azionariato.
Inoltre, un altro aspetto sul quale si è concentrato lo studio di Fabi riguarda l’attività peritale. Secondo l’organizzazione sindacale, l’attività peritale dovrebbe essere anch’essa condotta internamente al fine di ricostruire correttamente i valori delle garanzie ed assegnare il corretto livello di rischio e il giusto grado di recuperabilità delle posizioni incagliate. Lo studio mostra come la gestione del recupero del credito incagliato delle perizie affidate a società esterne abbia un effetto negativo, sia per i metodi usati da quest’ultime che per i costi, cosa che va a ripercuotersi sul valore degli immobili e sulla ricchezza nazionale. “Chiediamo alle banche di adottare un modello di gestione interna delle sofferenze, per salvaguardare i rapporti col territorio, valorizzare i lavoratori e scongiurare la svalutazione degli stessi crediti deteriorati. Siamo contrari alla cessione esterna degli Npl perché massacra le imprese e punta su profitti a breve termine”, è stato il commento finale di Lando Maria Sileoni, segretario generale di Fabi.
A cura della Redazione
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