Il 14 marzo scorso il Parlamento europeo ha addottato in via definitiva le nuove norme per la copertura dei crediti deteriorati garantiti e non garantiti
Con 426 voti favorevoli, il 14 marzo scorso il Parlamento europeo ha approvato le nuove norme Ue sulle coperture dei crediti deteriorati. Si tratta del punto di arrivo di un percorso iniziato circa un anno fa dalla Commissione europea, che a marzo 2018 aveva ufficializzato le sue proposte sulla gestione degli Npl e sui metodi di prevenzione di un loro futuro riaccumulo.
Le nuove misure legislative puntano “a mitigare il rischio di possibili e futuri crediti non performing”, a rafforzare la stabilità finanziaria nell’Unione europea ed infine a favorire la redditività delle banche e l’erogazione di nuovi prestiti.
Il testo introduce regole comuni per gli istituti di credito, chiamati ad accantonare capitali idonei a coprire le perdite dovute da prestiti che in futuro potrebbero non essere riscossi. Tuttavia, i livelli di copertura variano a seconda della tipologia dei crediti deteriorati, ovvero se sono garantiti o non garantiti. Inoltre, per quelli garantiti verranno prese in considerazione anche la tipologia di garanzia utilizzata (ad esempio gli immobili). Nello specifico, i crediti non garantiti dovranno essere svalutati completamente tre anni dopo essere stati classificati non performing.
I crediti garantiti invece potranno essere svalutati in un arco temporale che va dai nove ai sette anni, a partire dal terzo anno, dal momento in cui sono stati classificati non performing. In una nota, il Parlamento europeo ha specificato che per “crediti deteriorati” s’intendono tutti i prestiti scaduti da oltre novanta giorni o difficilmente rimborsabili. Sono compresi in questa classificazione i bad loans, i crediti Utp e i crediti scaduti.
Le nuove norme sulle coperture verranno applicate solamente ai prestiti erogati dopo l’entrata in vigore delle norme stesse e saranno obbligatorie per tutte le banche.