L’Eurotower ha lanciato la proposta di una bad bank europea visto il rischio di un’esplosione dei crediti deteriorati a seguito della crisi, tuttavia l’Ue si dimostra scettica
La Banca Centrale Europea ha formato una task force per il progetto di una bad bank europea e per valutarne la fattibilità. È quanto emerso nei giorni scorsi: a Francoforte temono una crescita esponenziale dei crediti deteriorati per via della crisi economica post Covid-19. La bad bank servirebbe a gestire gli Npl degli istituti di credito dell’eurozona. Al momento, il totale dei crediti deteriorati in seno alle banche ammonta a circa 500 miliardi di euro, tuttavia secondo alcune stime con la crisi in atto potrebbero arrivare addirittura a mille miliardi. Secondo il piano della Bce, che riprende un’idea di Andrea Enria lanciata qualche anno fa quand’era presidente dell’Autorità bancaria europea, sarebbe coinvolto anche il Mes (Meccanismo europeo di stabilità) in qualità di garante.
In sostanza, gli istituti di credito acquisterebbero i bond emessi dalla bad bank in cambio delle loro sofferenze. Le obbligazioni consentirebbero alle banche di rifinanziarsi successivamente presso la Bce. Nonostante la risolutezza dell’Eurotower, il progetto non ha riscosso grande favore presso i vertici dell’Ue. Da Bruxelles sopraggiungono molte perplessità, nello specifico per quanto riguarda problemi di natura giuridica e politica. Se da un punto di vista giuridico il piano di Francoforte cozza con i vincoli imposti dalla direttiva Ue sulla risoluzione delle crisi bancarie e gli aiuti di Stato, gli ostacoli maggiori provengono dal fronte politico.
Infatti, i Paesi del Nord Europa, Germania compresa, sarebbero contrari alla mutualizzazione dei crediti deteriorati, poiché significherebbe condividerne il peso con i Paesi del Sud che detengono più Npl. Proprio in merito alla contrarietà delle banche del nord si era espresso anche il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, ricordando che “c’è una volontà limitata da parte dei Paesi interessati di fare un passo in avanti”. Lo stesso Enria ha detto che un intervento di questo tipo sarebbe “prematuro”. La Bce non molla e al momento sta cercando consensi tra i maggiori istituti di credito europei e i rappresentanti dell’Ue. Vedremo come andrà a finire.