Quello degli NPL è un mercato volatile e ancora assai complesso: nel corso del 2017 si stanno concretizzando alcune maxi operazioni annunciate l’anno scorso ma, nonostante il valore transato sia in netta crescita sul 2016, la reale disponibilità di portafogli in cessione in grado di soddisfare le esigenze della nutrita platea di investor e buyer è piuttosto limitata. Infatti alcuni importanti buyer non sono riusciti ad aggiudicarsi neppure un portafoglio significativo. E’ quanto emerge dal report mensile dell’Osservatorio Nazionale NPL Market di Credit Village che, dal 1° gennaio al 31 agosto 2017, ha censito ben 114 transazioni di portafogli in sofferenza, quasi il doppio rispetto alle 62 tracciate nello stesso periodo del 2016. L’Osservatorio di Credit Village da gennaio 2016 traccia tutte le transazioni sul mercato nazionale NPL e dall’ultimo Monthly Track Record emerge che il valore lordo delle transazioni effettuate tra gennaio e agosto 2017 si attesta a 31,2 miliardi di euro, con un valore reale stimabile in 21,2 miliardi. Una differenza di ben 10 miliardi di euro che fotografa la forbice tra il valore complessivo (o annunciato) di un’operazione e il valore dei portafogli passati effettivamente di mano. In diverse operazioni di cartolarizzazione, infatti, la cedente ha mantenuto importanti partecipazioni, dirette ed indirette, nei veicoli ai quali i portafogli sono stati trasferiti.
Un esempio su tutti la famosa operazione FINO di Unicredit: al 30 giugno 2016 il portafoglio “annunciato” da Unicredit era di 17,7 miliardi di euro. Valore che, al momento della cessione, si è ridotto di 1,5 miliardi grazie ad importi incassati dalla banca attraverso attività di collection. Nonostante questo abbattimento si continua a parlare di una cessione da 17,7 miliardi di euro. Ma il valore reale dei portafogli che ad oggi non sono più in pancia ad Unicredit è di poco più di 8 miliardi di euro.
Analizzando la struttura dell’operazione di cartolarizzazione, l’Osservatorio di Credit Village evidenzia come Unicredit abbia di fatto mantenuto quasi la metà del portafoglio di 16,2 miliardi ceduto. Infatti solo il 50,1% dei titoli emessi dai veicoli costituiti ad hoc (Onif, Fino 1 e Fino 2) sono detenuti attualmente da Fortress e Pimco, i due investitori che si sono aggiudicati il deal. Il restante 49,9% è ancora in mano ad Unicredit che prevede di cedere un ulteriore 30% solo nella fase 2 dell’operazione. Il Track Record dell’Osservatorio di Credit Village evidenzia, inoltre, quella che è una nuova tendenza del mercato NPL: il 2017 si caratterizza per un significativo numero operazioni “chirurgiche”, ovvero cessioni che riguardano singole posizioni, spesso sofferenze derivanti da mutui assistiti da garanzie ipotecarie o posizioni corporate cedute per lo più da banche di piccole dimensioni. Questi deal vengono condotti quasi sempre in negoziazioni One-to-One e gli investitori sono sia piccoli soggetti che realtà di grandi dimensioni. Nel corso del 2017 ha subito una notevole flessione lo stock di NPL proposto in cessione da parte delle società di credito al consumo, che per molti anni hanno rappresentato l’origination di riferimento, soprattutto del segmento unsecured. I volumi di transazioni nei primi 8 mesi del 2017 hanno superato di poco il miliardo di euro. Questo perché il settore sta attuando, già dal 2012, importanti piani di dismissione delle posizioni non performing, arrivando quasi ad azzerarne gli stock in giacenza, ed ha adottato da subito regole più severe nell’erogazione e gestione del credito. In forte calo anche il mercato Re-Trade che nel 2016 aveva mostrato segnali di forte vivacità. Con appena 1 miliardo di euro transati dall’inizio del 2017, contro i 5 del medesimo periodo del 2016, si sgonfia la speranza di un consolidamento di un mercato secondario pronto a soddisfare le esigenze di quegli investitori che non riescono ad aggiudicarsi portafogli di prima mano.