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Nuovo piano UE per l’Automotive: mira all’elettrico, ma concede una “proroga”

La Commissione Europea punta a sostenere la produzione e la vendita di veicoli autonomi ed elettrici con investimenti mirati. Contestualmente interviene per offrire alle case automobilistiche un margine di tempo superiore per adeguarsi alle nuove misure relative alle emissioni di CO2.

Al termine di oltre un mese di confronto con i rappresentanti dell’industria automobilistica, l’UE ha reso noto il Piano Automotive, un insieme di misure che andrà a supportare il settore e a ridefinire il futuro della mobilità europea. Confermando lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel entro il 2035, Bruxelles accelera verso la decarbonizzazione, ma introduce anche elementi di flessibilità per placare le tensioni tra industria, Stati membri e ambientalisti. Il disegno, presentato dalla presidente Ursula von der Leyen, bilancia obiettivi climatici ambiziosi con strumenti per agevolare la transizione, tra incentivi all’elettrico, aperture agli e-fuel, e sostegni al mercato dell’usato.

 “Il nostro obiettivo reciproco è un’industria automobilistica sostenibile, competitiva e innovativa in Europa a beneficio dei nostri cittadini, della nostra economia e del nostro ambiente”, ha detto la presidente della Commissione Europea.

Flessibilità e nuovi termini di calcolo della CO2

Al centro del nuovo piano Automotive vi è la “promessa” di apportare una modifica mirata al regolamento sulle emissioni CO2. In sostanza, Bruxelles propone di calcolare la conformità agli standard introdotti quest’anno sulle vendite – ovvero un limite di 94 grammi per chilometro percorso per le emissioni medie delle vendite di nuovi veicoli – su tre anni anziché su un solo anno. Al momento, il superamento di tali soglie comporterebbe sanzioni salate, che il comparto ha stimato in 15-16 miliardi per il 2025.

Tale intervento rappresenta un’importante apertura verso le necessità più urgenti del settore automobilistico.

Resta lo stop ai veicoli termici nel 2035


L’UE mantiene invece fermo il phase-out delle auto endotermiche dal 2035 – come accennato in apertura – nonostante le pressioni di alcuni Paesi. La decisione, simbolo del Green Deal, mira a ridurre del 100% le emissioni di CO2 delle nuove vetture, allineando il settore agli obiettivi di neutralità climatica.

Contrastanti le reazioni del governo italiano: come riporta SkyTg24, la presidente Giorgia Meloni si è detta entusiasta del passaggio da uno a tre anni. “È una grande vittoria che salva il comparto. “La commissione europea dà ragione all’Italia”, ha aggiunto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), impegnato da mesi nella battaglia contro le sanzioni. Più critica la posizione della Lega: “Ci hanno ascoltato con grave ritardo. Adesso occorre azzerare la follia della messa al bando dei motori benzina e diesel dal 2035”.

Contestualmente Bruxelles afferma di voler accelerare i lavori sulla revisione del regolamento – già prevista per il 2026 – per decretare il principio di neutralità tecnologica dei carburanti e aprire definitivamente agli e-fuels, come richiesto da Berlino. Tale proposta dovrà essere sottoposta al vaglio del Parlamento e degli Stati membri.

Incentivi all’elettrico

Il nuovo piano Automotive si focalizza inoltre sul potenziamento della domanda di veicoli elettrici. L’UE inviterà – con una raccomandazione rivolta alle Capitali – ad adottare schemi di leasing sociale per veicoli nuovi o di seconda mano, che mirino a dare priorità agli utenti “più vulnerabili”. Come riporta l’agenzia Ansa, potranno essere finanziati anche attingendo al Fondo sociale per il clima, del valore di circa 86,7 miliardi, che sarà reso disponibile nel 2026.

Sempre entro il 2025, verrà creata una proposta ad hoc per l’elettrificazione delle flotte aziendali, che al momento rappresentano il 60% del parco auto dell’Unione Europea. Un punto tutt’altro che apprezzato dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, il quale, con la collaborazione dei colleghi di Repubblica Ceca, Slovacchia e Bulgaria, ha già inviato una missiva a Bruxelles per scongiurare l’introduzione di “quote obbligatorie”.

Nei prossimi mesi, sarà infine messo a disposizione “uno strumento comunitario”, che metterà in evidenza le opzioni disponibili per gli Stati membri, per sostenere incentivi all’acquisto di e-cars a livello nazionale.

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