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Pagamenti Pubblica Amministrazione, lo studio di CRIBIS

La PA in Italia ha da sempre tempistiche molto lunghe per i pagamenti, lo studio di CRIBIS mette in evidenzia le principali criticità.

Tutti gli enti della pubblica amministrazione sono tenuti a pagare le fatture legittime entro 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni che consentono il pagamento entro 60 giorni. Il rispetto di questi termini è un fattore cruciale del buon funzionamento dell’economia nazionale ma molti enti pagano in tempi più lunghi.

L’Italia infatti resta maglia nera tra i 28 Paesi Ue per tempi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione. Si parla infatti di pagamenti a 144 giorni (dato 2015), ben al di sopra dei 30-60 giorni previsti dalla direttiva entrata in vigore nel marzo 2013.

CRIBIS, la società del Gruppo CRIF, fortemente specializzata nella fornitura di informazioni economiche e commerciali e servizi a valore aggiunto per le decisioni di business, ha prodotto uno studio sui pagamenti della Pubblica Amministrazione. I dati sono aggiornati a marzo 2017.

Per quanto riguarda le abitudini di pagamento nel primo trimestre del 2017, il settore della Pubblica Amministrazione esibisce performance di pagamento al di sotto della media italiana. Infatti, solo il 23,6% rispetta i termini prestabiliti con un gap sfavorevole di 12 punti percentuali rispetto alla media italiana (35,6%), mentre il 24% delle PA paga con oltre 30 giorni di ritardo (contro il 12% della media italiana).

Rispetto al 2010 si osserva un incremento dei pagatori regolari (12,1 punti percentuali) e un incremento nella classe di ritardo più grave (20% del 2010 vs. 24% del 2017).

Il settore ASL e Sanità registra un peggioramento in corrispondenza dei ritardi gravi che crescono di 5,7 punti percentuali rispetto al 2010 (55,4%).
Anche per gli Enti Territoriali si osserva un peggioramento delle performance di pagamento (11% di ritardi gravi nel 2010 vs. 28% nel 2017).

Dal punto di vista delle aree geografiche si nota come al Sud e sulle Isole i ritardi oltre i trenta giorni superino il 39%, mentre al Nord e al centro si mantiene una percentuale più bassa (rispettivamente 19% e 27,4%).

La commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska dichiara: “Chiedendo agli stati membri di rispettare le regole sul ritardo dei pagamenti, proteggiamo le imprese e aiutiamo la competitività dell’Ue. I pagamenti in ritardo sono un pesante onere per le aziende europee, specialmente per quelle piccole. Poter contare su pagamenti puntuali permette alle imprese di fare il proprio lavoro e di rispettare i propri impegni nei confronti dei clienti e dei dipendenti”.

A cura della redazione
© Riproduzione riservata

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