In mezzo alla crescente popolarità di ChatGPT in tutto il mondo, questa tecnologia IA ha ora affrontato una grave battuta d’arresto: ChatGPT è stato vietato in Italia.
Cosa è successo, e perché?
Negli ultimi mesi, l’intelligenza artificiale (IA) ha letteralmente dominato il mondo della tecnologia (ed anche noi gli abbiamo dedicato una serie di articoli, che trovate qui). Un grande merito va al chatbot ChatGPT di OpenAI, che ha definitivamente portato l’IA nella narrativa mainstream. Infatti, il miliardario e cofondatore di Microsoft Bill Gates ha definito ChatGPT la tecnologia più “rivoluzionaria” degli ultimi 40 anni.
Tuttavia, nonostante la crescente popolarità di ChatGPT in tutto il mondo, questa tecnologia AI ha dovuto affrontare una grave battuta d’arresto. Secondo quanto riferito (ed ormai acclarato, vedi sotto), venerdì scorso, 1 aprile 2023, ChatGPT è stato vietato in Italia (e non era un pesce d’aprile…). Si tratta del primo caso noto di blocco di uno strumento di intelligenza artificiale da parte di un governo.
Secondo un articolo del New York Times, l’Authority italiana per la protezione dei dati ha accusato OpenAI, il produttore di ChatGPT, di aver rubato i dati dei suoi utenti. Inoltre, l’Authority italiana ha affermato che ChatGPT non dispone di un sistema di verifica dell’età per evitare che i minori siano esposti a materiale illecito.
Primi al mondo… per le cose sbagliate
Con questo, l’Italia è diventata il primo Paese a vietare ChatGPT per problemi di privacy. Mentre in Cina, Russia, Corea del Nord e Iran (nazioni totalitarie), OpenAI ha deliberatamente deciso di rimanere inaccessibile, in una nazione del mondo occidentale un bot di deep learning che i media hanno esaltato come intelligenza artificiale viene (comunque purtroppo) bloccato (l’IA non esiste ancora, per fortuna, e ve l’abbiamo spiegato in questo articolo, ma diciamo comunque IA per intenderci…).
In seguito al divieto, il fondatore di ChatGPT Sam Altman ha dichiarato che l’Italia è uno dei suoi Paesi preferiti, e ha aggiunto: “Naturalmente ci rimettiamo al governo italiano, ed abbiamo smesso di offrire ChatGPT in Italia (anche se pensiamo di rispettare tutte le leggi sulla privacy). L’Italia è uno dei miei Paesi preferiti e non vedo l’ora di tornare a visitarla presto!“.
Cosa succederà adesso con ChatGPT?
In Italia, le autorità di regolamentazione hanno imposto (oscurantismo?) a OpenAI di bloccare l’accesso a ChatGPT agli utenti di Internet del Paese fino a quando l’azienda non fornirà ulteriori informazioni, come riportato dal NYT.
Ad OpenAI sono stati concessi 20 giorni per fornire all’agenzia il materiale e i possibili rimedi prima di poter prendere una decisione definitiva sul futuro della tecnologia nel Paese.
Le autorità di regolamentazione italiane hanno citato una violazione dei dati del 20 marzo 2023 che ha esposto le conversazioni e i dettagli di pagamento di decine di utenti. Le autorità italiane potrebbero imporre ad OpenAI una multa di circa 22 milioni di dollari, pari al 4% del suo fatturato annuo mondiale.
OpenAI ha annunciato di aver disabilitato ChatGPT in Italia, e di continuare a impegnarsi per proteggere la privacy delle persone.
Il NYT ha citato la dichiarazione di OpenAI: “Lavoriamo attivamente per ridurre i dati personali nell’addestramento dei nostri sistemi di IA come ChatGPT, perché vogliamo che la nostra IA impari a conoscere il mondo, non le persone private“.
“Crediamo inoltre che la regolamentazione dell’IA sia necessaria“, ha aggiunto.
Concludiamo con una (triste, ma vera) boutade. Volete ridere? Ieri, 3 marzo 2023, un utente ha chiesto a ChatGPT (fuori dall’Italia) se sarebbe stato vietato in Italia a causa di problemi di privacy; lo strumento di intelligenza artificiale ha risposto: “Non ci dovrebbero essere problemi… sono un modello linguistico di intelligenza artificiale a cui si può accedere da qualsiasi parte del mondo, purché ci sia una connessione a Internet“.