Nonostante i recenti tagli ai tassi d’interesse, le imprese europee, e italiane in particolare, continuano a incontrare difficoltà nell’accesso al credito. I dati della BCE evidenziano un quadro piuttosto complesso, tra domanda di prestiti in calo e criteri di concessione ancora restrittivi.
Tassi più bassi, ma le imprese faticano ad accedere al credito
I recenti tagli ai tassi d’interesse, avvenuti tra giugno e ottobre di quest’anno, non hanno prodotto i risultati attesi sul fronte del credito alle imprese. Secondo l’indagine “The euro area bank lending survey” della BCE, relativa al terzo trimestre del 2024, i criteri di concessione dei prestiti alle imprese sono rimasti invariati dopo due anni di inasprimenti, con prospettive di ulteriore irrigidimento per la fine dell’anno. La principale motivazione da parte delle banche risiede nei rischi legati all’incertezza economica, all’inflazione e alle tensioni geopolitiche.
Il calo del costo del denaro non è nemmeno riuscito a stimolare una ripresa nella domanda di credito. È vero che la richiesta di prestiti da parte delle imprese ha mostrato un leggero cambio di rotta, dopo una serie negativa iniziata nel terzo trimestre del 2022. Tuttavia, permangono differenze significative tra i vari Paesi europei. Germania, Francia e Spagna hanno registrato una crescita della domanda, mentre in Italia si è osservata una contrazione. Questo andamento riflette un contesto in cui le imprese finanziariamente più deboli tendono a rinunciare a presentare richieste, aumentando così la probabilità di accettazione per le domande effettivamente inoltrate.
Prestiti alle imprese: in calo costruzioni e manifatturiero
L’accesso al credito rimane problematico, soprattutto per le piccole e medie imprese, che continuano a subire un maggiore tasso di rifiuto rispetto alle grandi aziende. Questa dinamica è particolarmente evidente in Germania, mentre in Italia la situazione appare più favorevole, con un numero minore di rifiuti rispetto al recente passato. Tuttavia, l’Italia resta l’unico grande Paese europeo con una domanda di prestiti in calo, una tendenza che potrebbe essere legata all’autoselezione delle imprese più vulnerabili.
Secondo i dati della Banca d’Italia, infatti, i prestiti bancari alle imprese non finanziarie hanno registrato un calo significativo dal settembre del 2022. L’ultimo dato disponibile, relativo ad agosto 2024, evidenzia un deflusso di 7,7 miliardi di euro, in aumento rispetto ai mesi precedenti (4 miliardi a luglio e 2,5 miliardi a giugno).
Negli ultimi dodici mesi, la contrazione complessiva dei prestiti alle imprese è stata del 3,4%. La diminuzione del credito ha colpito i settori in modo diverso. Le costruzioni e il manifatturiero, che dipendono maggiormente dal credito bancario, ad agosto hanno registrato un calo significativo, rispettivamente dell’8,8% e del 6,1% su base annua. Viceversa, servizi (-2,8%) e agricoltura (-1,9%) sono stati meno penalizzati, riflettendo una minore “intensità creditizia” in questi comparti.