Il mese di marzo fa registrare il maggior numero di richieste degli ultimi 8 anni, cresce l’importo medio richiesto, che tocca il valore record di 9.931 Euro.
Nel I trimestre 2018 il numero di richieste di prestiti da parte degli italiani (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF ha fatto segnare un incremento del +2,4% rispetto al corrispondente periodo 2017. Nello specifico, il mese di marzo ha fatto registrare in termini assoluti il numero di richieste più elevato dal 2011 ad oggi.
La performance positiva è però totalmente ascrivibile alla componente dei prestiti personali, in crescita del +8,8%, in quanto le richieste di prestiti finalizzati hanno fatto segnare una flessione del -2,7%, riconducibile al rallentamento dei finanziamenti per l’acquisto di auto e a quelli relativi a beni e servizi di importo più contenuto.
Di seguito sono riportate le variazioni percentuali mensili in valori ponderati – ovvero al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi – rilevate sul SIC EURISC, che raccoglie i dati relativi ad oltre 85 milioni di posizioni creditizie.
L’IMPORTO MEDIO RICHIESTO
Il I trimestre 2018 si caratterizza anche per un’altra notizia positiva, rappresentata dal continuo incremento dell’importo medio dei prestiti richiesti dalle famiglie: con 9.931 Euro relativi all’aggregato di prestiti personali e finalizzati, il mese di marzo ha fatto registrare il valore medio più elevato dall’inizio del 2010 (+6,5% rispetto allo stesso mese del 2017).
Questo dato conferma la ritrovata fiducia delle famiglie nel pianificare i propri consumi avvalendosi del supporto di un finanziamento anche grazie alla migliore situazione economica complessiva.
Nello specifico, per quanto riguarda i prestiti finalizzati l’importo medio richiesto è stato pari a 6.536 Euro (+8,2% rispetto al 2017) mentre i prestiti personali registrano un incremento più contenuto (+2,2%), che porta il valore medio a 13.422 Euro.
“Il miglioramento della fiducia dei consumatori nel mese di marzo contribuisce a sostenere il rilancio del comparto dei prestiti alle famiglie, che beneficia anche della progressiva diminuzione degli indicatori di rischiosità – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF – Al contempo, la continua crescita dell’importo medio richiesto indica che le famiglie italiane si sentono più confidenti della possibilità di ripagare le rate mensili senza eccessivo affanno. Dal canto loro, le aziende di credito stanno agevolando questa fase espansiva del mercato sviluppando prodotti sempre più vicini alle reali esigenze dei consumatori, elaborate a partire dal patrimonio informativo disponibile”.
LA DISTRIBUZIONE DELLE RICHIESTE PER FASCE DI IMPORTO
Relativamente alla distribuzione delle richieste per fascia di importo, la rilevazione relativa al I trimestre 2018 vede un ulteriore spostamento verso i valori più alti (+2,6 punti percentuali per le classi superiori ai 10.000 Euro a discapito delle richieste per importi inferiori ai 5.000 Euro (-2,6%) benché quest’ultima rimanga la classe preferita dagli italiani, con il 42,7% del totale.
Approfondendo l’analisi per tipologia di finanziamento, il 59,4% delle richieste di prestiti finalizzati si caratterizza per importi al di sotto dei 5.000 Euro, in virtù della preponderanza di finanziamenti per beni di importo contenuto, ma si registra un aumento di +2,1 punti percentuali per i finanziamenti superiori ai 10.000 Euro. Per i prestiti personali, invece, è la classe compresa tra 10.001 e 20.000 Euro ad essere la più richiesta (con il 30,0% del totale; +0,5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2017).
LA DISTRIBUZIONE PER CLASSE DI DURATA
L’analisi della distribuzione delle richieste di prestiti per durata conferma che anche in questo primo trimestre dell’anno è la classe superiore ai 5 anni quella in cui si concentrano maggiormente le preferenze degli italiani, con una quota pari al 27,1% del totale (+2,4 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2017). Al contrario, si rileva una nuova contrazione per la classe di durata inferiore ai 12 mesi, che passa al 14,6% del totale.
Per quanto riguarda i prestiti finalizzati, le richieste si sono concentrate per il 24,2% nella fascia di durata inferiore ai 12 mesi (seppur a fronte di un calo di -2,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2017), mentre le richieste di prestiti personali si stanno indirizzando sempre di più verso i piani di rimborso più lunghi, con la fascia di durata superiore ai 5 anni che arriva a spiegare il 46,2% del totale (+1,9 punti percentuali).
LA DISTRIBUZIONE DELLE RICHIESTE PER FASCE DI ETÀ
Osservando, infine, la distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF evidenzia come nel primo trimestre 2018 sia stata la fascia compresa tra i 45 e i 54 anni a risultare maggioritaria, con una quota pari al 25,5% del totale, seguita da quella tra i 35 e i 44 anni, con il 23,2%. Nel complesso prosegue lo spostamento verso le classi di età superiori ai 55 anni, che riportano una crescita di +0,9 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
“Se oggi le famiglie stanno beneficiando di uno scenario più favorevole, che determina una normalizzazione della dinamica del tasso di default, il sistema bancario si interroga sulle possibili evoluzioni prospettiche in vista delle coperture delle perdite sui crediti e i prossimi esercizi di stress test che dovranno considerare anche le stime del tasso di default di medio termine in funzione dell’andamento atteso del quadro economico complessivo” – aggiunge Capecchi.
“L’espansione continua dei punti di contatto e dei canali digitali rappresenta un’opportunità unica per gli operatori di settore seppur richieda un’adeguata analisi per coglierne tutte le potenzialità. Ad esempio, i sistemi di autenticazione da remoto e i controlli antifrode real time guidati da processi snelli e automatizzati rappresenteranno solo alcune delle principali innovazioni con le quali l’industria del credito già oggi si sta confrontando per un sano e profittevole sviluppo del mercato” – conclude Capecchi.
A cura della Redazione
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