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La qualità della vita 2024: Bergamo al vertice e i cambiamenti nella classifica

La qualità della vita 2024: Bergamo al vertice e i cambiamenti nella classifica

Nella classifica sulla qualità della Vita 2024 del Sole 24 Ore, Bergamo è al primo posto, mentre Reggio Calabria chiude la lista. Analisi delle città italiane dove si vive meglio e peggio, con dati aggiornati e approfondimenti.

L’indagine annuale sulla qualità della vita condotta dal Sole 24 Ore ha posto Bergamo al primo posto tra le province italiane per il 2024. Questo risultato rappresenta un evento significativo, non solo per la città lombarda, ma per l’intera analisi che fornisce una fotografia del benessere economico e sociale nelle varie realtà del Paese. L’edizione di quest’anno sottolinea le eccellenze delle province del Nord Italia, ma mette in luce anche le criticità persistenti di molte città del Sud, con Reggio Calabria che chiude la classifica.

Questo studio, che ormai da 35 anni rappresenta un punto di riferimento per comprendere la situazione socioeconomica del Paese, si basa su 90 indicatori suddivisi in sei macro-categorie: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia e salute, giustizia e sicurezza, e cultura e tempo libero. Ogni indicatore fornisce una chiave interpretativa utile per analizzare specifici aspetti della vita nelle città italiane.

I fattori del successo di Bergamo: economia e servizi

La città di Bergamo, capofila nella classifica del 2024, ha ottenuto punteggi molto elevati grazie alla combinazione di vari fattori. L’economia locale, caratterizzata da un tessuto produttivo solido e dinamico, ha giocato un ruolo cruciale. La presenza di piccole e medie imprese competitive, attive nei settori industriale e dei servizi, ha contribuito in maniera significativa alla crescita occupazionale e al reddito medio dei cittadini.

I servizi pubblici e privati a Bergamo risultano tra i più efficienti a livello nazionale. Il sistema sanitario, ad esempio, ha dimostrato livelli qualitativi elevati, con tempi di attesa ridotti e strutture all’avanguardia. Questo risultato è particolarmente significativo considerando le difficoltà che Bergamo ha affrontato negli ultimi anni durante la pandemia di COVID-19. La capacità di resilienza del sistema sanitario e della comunità nel suo complesso ha permesso alla città di rialzarsi rapidamente, diventando un modello per altre realtà italiane.

Dal punto di vista infrastrutturale, Bergamo offre una rete di collegamenti moderni e funzionali, con una mobilità urbana che facilita spostamenti rapidi ed efficienti. La qualità dell’aria, pur rimanendo una sfida comune a molte città del Nord, è migliorata negli ultimi anni grazie a investimenti in politiche ambientali.

Nord-Est: una macroregione in crescita

Oltre a Bergamo, la classifica di quest’anno conferma la predominanza delle città del Nord-Est italiano. Trento e Bolzano occupano rispettivamente il secondo e il terzo posto, mantenendo una posizione di prestigio consolidata nel tempo. Le province del Nord-Est si distinguono per la qualità dei servizi, l’efficienza amministrativa e la coesione sociale.

Trento, ad esempio, vanta un equilibrio tra benessere economico e qualità ambientale, con politiche locali orientate alla sostenibilità. Bolzano, dal canto suo, si conferma una delle città con i più alti livelli di occupazione e reddito pro capite.

Altre province come Monza e Brianza, Cremona, Udine e Verona sono entrate nella top ten, riflettendo il buon andamento economico e un miglioramento generale dei servizi offerti ai cittadini. Questo risultato evidenzia un trend chiaro: le città del Nord-Est continuano a crescere grazie a una gestione efficace delle risorse pubbliche e private.

Il declino delle metropoli: Milano, Roma e Torino

Uno degli aspetti più rilevanti della classifica di quest’anno è il calo delle grandi metropoli italiane, con Milano, Roma e Torino che registrano un peggioramento significativo rispetto agli anni precedenti. Milano, che fino a pochi anni fa dominava la classifica, scivola quest’anno al dodicesimo posto. Nonostante la città rimanga un motore economico fondamentale per l’Italia, le criticità legate alla vivibilità sono diventate sempre più evidenti.

La congestione urbana, l’aumento dei costi abitativi e le problematiche legate alla sicurezza sono fattori che hanno inciso negativamente sui punteggi della città lombarda. Milano resta una metropoli dinamica e attrattiva, ma deve affrontare con urgenza le sfide poste dalla crescente domanda di servizi e dalla pressione demografica.

Roma, invece, continua a perdere posizioni, scendendo al 59° posto. La capitale soffre di problematiche croniche legate alla gestione dei rifiuti, alla mobilità inefficiente e alla sicurezza urbana. Nonostante il valore storico e culturale della città eterna, la qualità della vita percepita dai cittadini resta insoddisfacente.

Torino registra anch’essa un risultato deludente, attestandosi al 58° posto. La città piemontese paga lo scotto di un mercato del lavoro in sofferenza e di una qualità dei servizi che fatica a tenere il passo con le esigenze della popolazione.

Il Mezzogiorno: le difficoltà persistenti

La parte bassa della classifica continua ad essere occupata dalle province del Sud Italia, con Reggio Calabria che chiude in ultima posizione. Questo risultato evidenzia ancora una volta il divario esistente tra Nord e Sud, soprattutto in termini di infrastrutture, servizi e opportunità lavorative.

Le difficoltà economiche del Mezzogiorno sono aggravate da una gestione spesso inefficiente delle risorse pubbliche e dalla mancanza di investimenti strutturali. Tuttavia, alcune realtà del Sud hanno mostrato segnali di miglioramento. Bari, ad esempio, ha guadagnato quattro posizioni rispetto all’anno precedente, grazie a una maggiore attenzione verso il settore turistico e alla crescita delle piccole imprese locali.

Le macro-categorie analizzate: una panoramica

La metodologia utilizzata dal Sole 24 Ore prevede la valutazione della qualità della vita attraverso sei macro-categorie fondamentali.

La categoria ricchezza e consumi misura il benessere economico delle province, considerando indicatori come il reddito medio pro capite, i consumi delle famiglie e la propensione al risparmio. Bergamo ha ottenuto ottimi punteggi in questa categoria, grazie alla solidità economica del suo territorio.

La sezione affari e lavoro valuta l’andamento del mercato occupazionale e la vivacità imprenditoriale. Anche in questa categoria, le province del Nord-Est si sono distinte, con tassi di disoccupazione tra i più bassi del Paese.

Nella categoria ambiente e servizi, vengono analizzati aspetti come la qualità dell’aria, l’efficienza del sistema sanitario e la disponibilità di servizi pubblici. Bergamo e altre città del Nord hanno ottenuto punteggi elevati, mentre molte realtà del Sud continuano a registrare ritardi significativi.

La categoria demografia, salute e società misura indicatori legati alla natalità, alla speranza di vita e alla presenza di servizi sanitari. Le province con popolazione più giovane e sistemi sanitari efficienti tendono a ottenere risultati migliori.

La macro-categoria giustizia e sicurezza analizza il livello di criminalità e l’efficienza del sistema giudiziario. Anche in questo caso, le province del Nord risultano avvantaggiate, mentre le città del Sud soffrono di tassi di criminalità più elevati.

Infine, la sezione cultura e tempo libero misura l’offerta culturale e la capacità di attrarre turismo. Le grandi città come Roma e Firenze, nonostante i punteggi negativi in altre categorie, si distinguono ancora per la loro ricchezza culturale.

Conclusioni e prospettive future

L’edizione 2024 della classifica sulla qualità della vita offre una visione approfondita delle condizioni di benessere nelle diverse province italiane. Il successo di Bergamo è un esempio di come una combinazione di fattori economici, infrastrutturali e sociali possa portare a risultati eccellenti. Al contempo, il calo delle grandi metropoli come Milano e Roma rappresenta un campanello d’allarme che richiede interventi mirati per migliorare la vivibilità urbana.

Il divario tra Nord e Sud rimane una sfida importante per il Paese, ma i segnali di ripresa in alcune aree del Mezzogiorno offrono una prospettiva di speranza.

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