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Decreto Riscossione

Recupero crediti, impugnabilità e cartolarizzazione: cosa cambia con il nuovo Decreto Riscossione

Con l’approvazione del Decreto Riscossione, l’Agenzia delle Entrate apporta nuove modifiche al sistema per rendere più agevole i servizi dei contribuenti. Una delle novità più importanti riguarda l’introduzione dei nuovi istituti del discarico dei ruoli affidati e della successiva possibile cartolarizzazione.

Il nuovo Decreto Riscossione, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso luglio, ha introdotto alcune importanti novità, tra cui i nuovi istituti del discarico dei ruoli affidati e la successiva possibile cartolarizzazione.

L’obiettivo è quello di agevolare i contribuenti con un sistema più efficiente e veloce senza pregiudicarne i diritti.

Le novità introdotte dal Decreto Riscossione

Il provvedimento disciplina all’art. 3 il discarico, in base al quale si evince che sono oggetto di un discarico automatico tutte le somme affidate all’Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2025 e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento. Si legge inoltre che, dopo almeno 24 mesi, e ad eccezione dei ruoli per i quali sono in corso procedure esecutive o concorsuali, gli enti creditori possono essere autorizzati a chiedere all’Agenzia la riconsegna anticipata dei carichi ad essa affidati ma non ancora riscossi per mezzo della cosiddetta restituzione dei carichi.

Occorre sottolineare che il discarico non comporta l’estinzione automatica del debito o la possibilità di una riscossione. L’art. 5 del Decreto infatti precisa che, con riguardo alle sole somme di discarico automatico, l’ente creditore può autonomamente provvedere alla riscossione dei crediti non prescritti attraverso strumenti alternativi specificatamente previsti. Ne è un esempio il trasferimento del rischio a titolo oneroso verso soggetti privati individuati mediante gara pubblica, e cioè tramite cartolarizzazione.

La cartolarizzazione

La cartolarizzazione dei crediti, che consiste in un processo finanziario con cui i crediti si trasformano in strumenti finanziari, rappresenta uno strumento particolarmente vantaggioso per le aziende. Con la vendita dei propri crediti a terzi, la cartolarizzazione consente infatti di ottenere una liquidità immediata.

L’attività di riscossione può avvenire mediante privati specializzati appositamente scelti tramite gara pubblica, con maggiori garanzie che tutelano i contribuenti. Perché sia valida occorre ricorrere alle regole previste dal DPR n. 602/1973, e che l’ente rispetti le disposizioni del RD n. 639/1910.

Impugnabilità: cosa cambia

In linea con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 190/2023, la riscossione potrà essere attivata tenendo conto delle modifiche apportate ai limiti alla non impugnabilità del ruolo della cartella. Il Decreto prevede tre ulteriori ipotesi in cui viene data la possibilità di impugnare, senza che ciò comprometta la tutela del contribuente e la celerità dell’azione. Sono direttamente impugnabili il ruolo e la cartella di pagamento qualora la mancata notifica avvenga:

  • nelle procedure previste dal codice della crisi d’impresa e d’insolvenza;
  • per operazioni di finanziamenti di soggetti autorizzati;
  • nell’ambito della cessione d’azienda, considerato quanto previsto dall’art. 14, D.Lgs. n. 472/1997.

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