Il corretto e migliore inquadramento giuslavoristico dei recuperatori domiciliari è uno dei temi da sempre più “caldi” del settore del recupero del credito stragiudiziale.
Per avere un’idea, da sempre questa attività in Italia è stata per lo più oggetto di rapporti di collaborazione tra agenzia e professionisti tramite rapporti di mandato con rappresentanza o subappalto, ma sempre, insomma, con il lavoratore che presta la sua opera in modo “autonomo e a partita IVA”.
Il mercato del recupero stragiudiziale italiano con l’avvento dei fondi di investimento e lo sviluppo delle cessioni e degli NPL, ha cambiato molto lo scenario per le agenzie di recupero ed in pochissimo tempo. Oggi i crediti NPL affidati ai recuperatori domiciliari dalle agenzie sono più difficili del passato, anche per l’assetto normativo (Privacy – deontologia, rapporti con i consumatori e con l’AGCM) e forse la semplice provvigione, una secca percentuale sul recuperato, può non essere sempre lo strumento migliore per inquadrare questi rapporti tra lavoratori e agenzie, e, soprattutto, per recuperare i crediti gestendo al meglio le pratiche, evitando problemi reputazioni.
Per avere un quadro più dettagliato dell’evoluzione del mercato del lavoro nel settore del recupero e di quali strumenti contrattuali oggi si possono utilizzare con successo, StopSecret Magazine ha deciso di intervistare Giovanni Cecere, fondatore e CEO di ConsulGestItalia S.r.l., una delle agenzie di recupero stragiudiziale dei crediti di più lunga esperienza nel mercato italiano.
Giovanni da quanti anni è sul mercato la tua azienda e come vedi oggi il mercato italiano del recupero crediti?
Consulgest Italia festeggerà l’anno prossimo 20 anni di attività, ma io svolgo questo lavoro da oltre 25.
Negli ultimi anni il nostro mercato ha subito una serie di cambiamenti che hanno creato delle nuove opportunità di business, basta pensare alle Utilities, ai tributi locali ed in ultimo, ma non ultimo, il fenomeno degli NPL che la faranno da padrone nei prossimi anni diventando il numero maggiore di posizioni da gestire.
Come vi siete attrezzati per gestire le pratiche dell’NPL?
Già dal 2013 abbiamo iniziato a costituire all’interno della nostra organizzazione un area dedicata a questo nuovo mercato, selezionando delle risorse con competenze legali specifiche e formando sia personale interno che esterno sulle peculiarità che hanno questa tipologia di crediti e la loro gestione. Inoltre abbiamo avuto una serie di esperienze con delle committenti importanti per acquisire competenze nel mondo del legale, seguendo per loro questo tipo di attività ed integrandola con la strategia dello stragiudiziale. Queste attività hanno permesso di arricchirci ulteriormente di nuove informazioni per rendere più efficienti ed efficaci i processi di recupero al fine di rendere compatibili le curve di incasso con le aspettative degli investitori.
Quali sono i servizi che richiedono le banche ed i fondi per gestire questi crediti?
Attualmente una buona parte del mondo bancario finanziario ha delle strutture dedicate alla gestione dei crediti e per noi risulta più semplice dedicarci alla vera e propria attività di recupero sul campo senza dover offrire dei servizi di gestione a 360 gradi, differente è la richiesta da parte dei fondi, che sostanzialmente hanno un approccio di tipo finanziario affidando l’intero processo industriale sottostante a dei servicer in grado di gestire l’intero ciclo di recupero con tutte le attività connesse e propedeutiche al raggiungimento degli obiettivi di incasso, dalla ricerca delle informazioni aggiornate sulla clientela acquisita, alla relativa segmentazione del portafoglio per identificare ed applicare i migliori processi di recupero siano essi stragiudiziale o legale, alla gestione dei flussi di incasso e la relativa rendicontazione statistica e per finire il lavoro necessario e cioè il recupero sul campo attraverso tutte le attività di recupero telefoniche e domiciliari. Chiaramente la parte finale è quella necessaria che deve fornire il valore aggiunto, ma spesso se ne parla poco.
In che modo vanno inquadrati i recuperatori domiciliari per avere successo in questa attività, con specifico riguardo agli NPL?
Alla luce di questi cambiamenti nel nostro mercato, abbiamo verificato una serie di difficoltà da parte della rete esterna classica con Partita Iva ed autonomia gestionale ed abbiamo deciso nel 2012 di iniziare un nuovo progetto denominato Credit Recovery Lab, attraverso il quale abbiamo sostanzialmente cambiato l’approccio alla rete esterna, che è sempre stata un anello debole per diversi motivi delle attività di gestione e recupero crediti, ricercando persone non esperte di età compresa tra i 24 e 30 ed offrendo loro un percorso dove teoria e pratica si fondono in un corso di formazione per nuove figure professionali che vogliono intraprendere questa affascinante attività ed al termine del quale viene offerto un contratto a tempo indeterminato.
Nel mondo degli NPL, ma nel nostro caso ormai è utilizzato per tutte le committenti, Il Credit Ricovery Lab è stato una leva importante perché ci ha permesso di gestire per conto di una grande banca specializzata in NPL e diverse società finanziarie per le quali ci occupiamo di post decadenza, un numero elevato di posizioni negli ultimi 2 anni con la nostra rete interna specializzata fortemente, motivata attraverso un sistema premiante di tipo economico e non e soprattutto senza la necessità, come per i funzionari a partita iva, di investire di tasca propria su prodotti che hanno un ritorno economico diluito nel tempo. In ogni caso dietro ai risultati ottenuti vi è comunque il lavoro giornaliero dello staff interno e la continua formazione, sempre più necessaria ed importante alla luce dell’attenzione che oggi ha il mercato del recupero crediti, che avviene attraverso il personale interno preposto a questa attività insieme a consulenti e società esterne che ci supportano in questo progetto.