di:  

Quali sono le regole più severe sulle banche che l'UE ha approvato di recente?

Basilea III: cosa prevedono le nuove regole dell’UE sul settore bancario?

Finalmente, dopo parecchio tempo che se ne parlava, l’UE ha approvato le nuove regole per le banche, quelle che vanno sotto il nome di Basilea III.

L’UE concorda regole più severe per le banche

Il 27 giugno 2023, l’Unione Europea (UE) ha deciso di attuare le riforme bancarie concordate a livello internazionale per evitare il ripetersi della crisi finanziaria del 2008. Le nuove regole, note come Basilea III, mirano a rafforzare la capacità delle banche di resistere agli shock finanziari, e richiederanno alle banche di detenere più capitale per coprire le potenziali perdite.

Ecco alcuni dei principali cambiamenti che le banche dell’UE dovranno rispettare:

  • Rapporto di leva finanziaria: le banche dovranno mantenere un indice di leva finanziaria minimo del 3%, il che significa che dovranno detenere almeno 3 euro di capitale per ogni 100 euro di attività in bilancio.
  • Indice di copertura della liquidità: le banche dovranno mantenere un indice di copertura della liquidità minimo del 100%, il che significa che devono detenere attività liquide di alta qualità sufficienti a coprire i deflussi di cassa netti in un periodo di 30 giorni.
  • Rapporto netto di finanziamento stabile: le banche dovranno mantenere un coefficiente di finanziamento netto stabile minimo del 100%, il che significa che devono disporre di fonti di finanziamento stabili sufficienti a coprire le loro attività a lungo termine.
  • Buffer di conservazione del capitale: le banche dovranno mantenere una riserva di conservazione del capitale del 2,5%, il che significa che dovranno detenere un ulteriore 2,5% di capitale oltre ai requisiti minimi.
  • Buffer di capitale anticiclico: le autorità di regolamentazione nazionali potranno richiedere alle banche di detenere una riserva di capitale anticiclica aggiuntiva fino al 2,5% durante i periodi di eccessiva crescita del credito.

Implementazione e decisione

Queste nuove regole saranno introdotte gradualmente nei prossimi anni, con la piena attuazione prevista per il 2028. L’UE ha inoltre deciso di introdurre nuove regole sull’uso del cloud computing da parte delle società finanziarie, che dovranno dimostrare la rapidità con cui possono riprendersi da un attacco informatico.

La decisione dell’UE di implementare regole più severe per le banche arriva tra le preoccupazioni per la stabilità del sistema finanziario globale e il potenziale di un’altra crisi finanziaria. La crisi finanziaria del 2008 è stata causata in parte dall’assunzione di rischi eccessivi da parte delle banche e dalla mancanza di capitale sufficiente a coprire le potenziali perdite. Le nuove regole intendono affrontare questi problemi e garantire che le banche siano meglio preparate a far fronte a futuri shock finanziari.

Oltre alle nuove regole sulle banche, l’UE starebbe pianificando anche una stretta sulle filiali di istituti di credito stranieri. Le regole mirano a reprimere le banche extracomunitarie poco controllate che si stanno espandendo rapidamente in Europa. Queste modifiche fanno parte di un più ampio sforzo dell’UE per rafforzare il proprio quadro normativo e garantire che le imprese finanziarie siano tenute a rispettare elevati standard di condotta e di gestione del rischio.

In conclusione, la decisione dell’UE di attuare regole più severe per le banche è uno sviluppo significativo che avrà implicazioni di vasta portata per il settore finanziario. Le nuove norme mirano a rafforzare la capacità delle banche di resistere agli shock finanziari e a garantire che siano meglio preparate a fronteggiare le crisi future. Se da un lato le modifiche richiederanno alle banche di detenere più capitale e di conformarsi a normative più severe, dall’altro sono destinate a promuovere una maggiore stabilità e resistenza del sistema finanziario globale.

Quali saranno gli effetti delle nuove norme sulle filiali UE di banche extra-UE?

Le nuove norme approvate dall’Unione europea renderanno più severi i requisiti per le filiali dell’UE di banche di Paesi terzi o non UE, e la vigilanza sulle loro attività nel blocco comunitario.

Il nuovo regime dell’UE per le attività bancarie dei Paesi terzi limiterà la capacità delle imprese extracomunitarie di svolgere attività bancarie transfrontaliere nell’UE, ad eccezione della sollecitazione inversa, e armonizzerà il modo in cui gli Stati membri regolano le imprese extracomunitarie che svolgono attività bancarie attraverso le filiali dell’UE.

La Commissione europea sta inoltre pianificando l’introduzione di nuove regole per rafforzare la sua presa sulle filiali di istituti di credito stranieri, al fine di reprimere le banche extracomunitarie poco controllate che si stanno espandendo rapidamente in Europa.

Che cos’è la sollecitazione inversa?

La sollecitazione inversa è un concetto utilizzato in diversi settori dei servizi finanziari dell’UE, in base al quale le imprese dell’UE possono recarsi al di fuori dell’UE per sollecitare l’attività di clienti extracomunitari, senza essere soggette ai requisiti di licenza locali. Si riferisce alla situazione in cui un cliente decide di rivolgersi a un’impresa estera su sua esclusiva iniziativa, senza essere contattato dall’impresa.

Nel contesto del nuovo regime UE dei Paesi terzi per le attività bancarie, la sollecitazione inversa limiterebbe la capacità delle imprese non UE di svolgere attività bancarie transfrontaliere nell’UE se non sulla base di una sollecitazione inversa. L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha ricordato alle imprese i requisiti della MiFID II sulla fornitura di servizi di investimento a clienti al dettaglio o professionali da parte di imprese non stabilite o situate nell’Unione europea (UE), comprese le norme sulla sollecitazione inversa.

Come funziona la sollecitazione inversa nel settore dei servizi finanziari?

Nel settore dei servizi finanziari, la sollecitazione inversa designa le circostanze in cui un intermediario finanziario straniero fornisce determinati servizi a un cliente su richiesta di quest’ultimo, senza una preventiva sollecitazione da parte dell’intermediario finanziario. Se l’intermediario finanziario può fare affidamento sulla sollecitazione inversa, in genere evita i requisiti di licenza e gli obblighi normativi locali.

Tuttavia, l’esenzione dalla sollecitazione inversa può svolgere un ruolo significativo nell’ambito della nuova legislazione sui servizi finanziari, ma l’esenzione rimane definita in modo restrittivo. Affidarsi a tale esenzione non può comunque costituire un modello di business e non sarà uno strumento efficiente per i gestori patrimoniali stranieri e altri fornitori di servizi finanziari che desiderano competere con gli operatori locali sulla piazza finanziaria di riferimento.

CONDIVI QUESTO ARTICOLO!

Iscriviti alla newsletter

    La tua email *

    Numero di cellulare

    Nome *

    Cognome *

    *

    *

    Inserisci sotto il seguente codice: captcha