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Il palazzo dell'Unione Europea, che presenta una forte discrepanza nel settore servizi verso gli Stati Uniti

Servizi in surplus: l’eccezione italiana nel disavanzo UE con gli Stati Uniti

Nonostante il persistente disavanzo dell’Unione Europea nel commercio di servizi con gli Stati Uniti, l’Italia si distingue per un saldo positivo sostenuto da settori ad alto valore aggiunto. Un’anomalia virtuosa che merita attenzione, in un contesto globale segnato da tensioni protezionistiche e ribilanciamenti strategici.

Italia e Stati Uniti: un equilibrio complesso nel commercio di beni e servizi​

Nel contesto delle relazioni economiche internazionali, il rapporto commerciale tra Italia e Stati Uniti si distingue per la sua complessità e per le dinamiche contrastanti che lo caratterizzano. Mentre l’Italia mantiene un surplus commerciale sia nel settore dei beni che in quello dei servizi, l’Unione Europea, nel suo complesso, presenta un disavanzo significativo nel commercio di servizi con gli Stati Uniti. Questa situazione solleva interrogativi sulle strategie commerciali adottate e sulle implicazioni future per l’economia italiana e europea.​

Il surplus italiano nel commercio di beni con gli Stati Uniti

Nel 2024, l’Italia ha consolidato la sua posizione di esportatore netto verso gli Stati Uniti, registrando un surplus commerciale di circa 39 miliardi di euro. Questo risultato è stato ottenuto grazie a un export di beni che ha raggiunto i 67,2 miliardi di euro, posizionando gli Stati Uniti come il secondo mercato di destinazione per il made in Italy, superando la Francia. I settori trainanti includono l’alimentare, la moda, i macchinari e i mezzi di trasporto, che rappresentano oltre il 75% del surplus commerciale con gli Stati Uniti. Tuttavia, le tensioni commerciali, alimentate da politiche protezionistiche e dall’introduzione di dazi da parte dell’amministrazione statunitense, rappresentano una minaccia per la stabilità di questo equilibrio.​

Il ruolo del turismo nel commercio di servizi

Nel settore dei servizi, l’Italia ha registrato un avanzo commerciale con gli Stati Uniti pari a 2,3 miliardi di euro nel 2023. Una componente significativa di questo surplus è attribuibile al turismo: le spese dei turisti statunitensi in Italia, che includono alloggi, ristoranti e attività culturali, sono considerate esportazioni di servizi e hanno generato entrate per 6,5 miliardi di euro. Al contrario, le spese dei turisti italiani negli Stati Uniti ammontano a 3,2 miliardi di euro, contribuendo a un saldo positivo per l’Italia. Questo fenomeno evidenzia l’importanza del settore turistico nell’economia italiana e il suo impatto sulle relazioni commerciali internazionali.​

La posizione dell’Unione Europea nel commercio di servizi

Contrariamente alla situazione italiana, l’Unione Europea nel suo complesso presenta un disavanzo commerciale significativo nel settore dei servizi con gli Stati Uniti, pari a 108 miliardi di euro nel 2023. Questo disavanzo è influenzato da paesi come l’Irlanda, che da sola ha registrato un deficit di 133,8 miliardi di euro, a causa della presenza di multinazionali statunitensi che operano nel settore tecnologico e dei servizi finanziari (grazie alla tassazione favorevole, un caso di dumping interno esemplificativo di quanto ancora ci sia da fare, in termini fiscali, nell’UE).

Altri paesi, come i Paesi Bassi, contribuiscono anch’essi al disavanzo (per le stesse ragioni fiscali; basta pensare che Stellantis, che incorpora la FIAT, ha la residenza fiscale laggiù), mentre nazioni come la Francia e la Spagna mantengono un surplus nel commercio di servizi con gli Stati Uniti. Queste disparità evidenziano le differenti strutture economiche all’interno dell’UE e le sfide nel formulare politiche commerciali comuni.​

Implicazioni delle politiche commerciali statunitensi

Le recenti politiche commerciali adottate dagli Stati Uniti, caratterizzate da un approccio protezionistico e dall’introduzione di dazi, hanno sollevato preoccupazioni (eufemismo) tra i partner commerciali, inclusa l’Italia. Il metodo utilizzato per determinare i dazi (che praticamente chiunque ha fortemente messo in dubbio e criticato aspramente), basato sul rapporto tra il disavanzo commerciale e le importazioni, ha portato all’imposizione di tariffe del 20% sui beni provenienti dall’Unione Europea.

Sebbene l’entrata in vigore di questi dazi sia stata sospesa per tre mesi, l’incertezza persiste e potrebbe influenzare negativamente le esportazioni italiane e europee. La necessità di negoziazioni e di una strategia commerciale coerente a livello europeo diventa quindi fondamentale per affrontare queste sfide.​

Strategie per il futuro del commercio Italia-Stati Uniti

Per mantenere e rafforzare la posizione dell’Italia nel commercio internazionale, è essenziale adottare strategie che valorizzino i settori in cui il paese eccelle, come il turismo, la moda, l’agroalimentare e la meccanica di precisione. Inoltre, la diversificazione dei mercati di esportazione e l’investimento in innovazione e digitalizzazione possono contribuire a rendere l’economia italiana più resiliente alle fluttuazioni del commercio globale. A livello europeo, una maggiore coesione nelle politiche commerciali e una risposta unitaria alle misure protezionistiche esterne sono cruciali per proteggere gli interessi comuni e promuovere una crescita sostenibile.

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