I prezzi dei prodotti aumentano, ma le confezioni diventano sempre più piccole. E’ il fenomeno della shrinkflation, la tecnica di marketing che negli ultimi anni sta diventando un grosso problema per i consumatori, i quali devono prestare molta attenzione quando fanno degli acquisti.
La shrinkflation è la tecnica di marketing che si sta diffondendo in questi ultimi anni all’interno della grande distribuzione. Il termine shrinkflation, che in italiano può essere tradotto con l’espressione “sgrammatura”, deriva dall’unione delle parole shrink (restringere) e inflation (inflazione). In pratica, le aziende riducono la quantità del prodotto venduto, mantenendo lo stesso prezzo o addirittura aumentandolo.
Trasparenza e consapevolezza dei consumatori
Lo stratagemma messo in atto dai produttori si può vedere come una mancanza di trasparenza nei confronti del consumatore. Tuttavia, la shrinkflation non può essere definita come truffa perché il peso indicato sulla confezione coincide con quello effettivamente venduto. È una tecnica di marketing volutamente ingannevole e il consumatore si sta purtroppo abituando a riconoscerla tra i prodotti venduti sugli scaffali del supermercato. Il problema è che questo approccio può venire applicato anche in altri ambiti, dove i clienti non sono ancora abituati a riconoscerlo. Parliamo ad esempio del ridimensionamento delle tazze per il cappuccino, il cui prezzo è comunque aumentato.
L’intervento di Antitrust e Altroconsumo
L’Antitrust (Autorità garante della concorrenza e del mercato) si è interessata al tema, avviando un’istruttoria per verificare che quanto messo in atto dai produttori non sia commercialmente scorretto. L’indagine è stata archiviata perché non è stata riscontrata una mancata trasparenza da parte di produttori e perché il consumatore ha “ormai diffusa consapevolezza sul fenomeno”.
Altroconsumo ha monitorato per diversi mesi le variazioni delle quantità di prodotto contenute nelle confezioni. Le informazioni riportate sulle etichette sono sempre state corrette, ma non sempre i consumatori riescono ad accorgersi facilmente delle variazioni, specialmente se si tratta di pochi grammi o millilitri. In seguito alla variazione delle dimensioni, le aziende hanno anche applicato dei rincari sui prezzi al chilo o al litro, che per quasi la metà dei prodotti ha superato il 30%. L’indagine di Altroconsumo ha riscontrato l’applicazione della shrinkflation per prodotti come sapone per i piatti, pacchi di patatine, bottiglie di birra, affettati confezionati, yogurt e bagnoschiuma.
Non solo shrinkflation
Oltre alla shrinkflation, esistono anche altre pratiche che vengono messe in atto dai produttori per “disorientare” i consumatori e portarli ad acquistare il prodotto che è più conveniente per le aziende.
- Formati speciali: i produttori commercializzano delle “edizioni limitate” dei loro prodotti con dei gusti speciali oppure in versione light o più salutare. Questi articoli vengono venduti a prezzi in linea con quelli dei prodotti standard, ma in confezioni più piccole.
- Formati diversi tra un negozio e l’altro: in catene commerciali differenti è possibile trovare allo stesso prezzo lo stesso prodotto ma in dimensioni diverse.
- Multipack e promozioni: alcuni prodotti vengono venduti in confezioni multiple che sembrano essere più convenienti rispetto all’acquisto del singolo prodotto. In realtà è stato riscontrato più volte che i prodotti venduti in confezioni multiple sono di dimensioni ridotte rispetto a quelle del prodotto singolo.
Il consumatore ha come unica arma a proprio favore quella di prestare sempre la massima attenzione durante gli acquisti. È sempre bene valutare il prezzo al kg o al litro invece di quello della singola confezione.
Shrinkflation nel mondo
Un gruppo di senatori degli Stati Uniti ha avanzato una proposta di legge nota come Shrinkflation Prevention Act. Viene richiesto di regolamentare questa pratica che viene definita come “sleale o ingannevole”, consentendo ai procuratori dei singoli Stati di agire legalmente contro i produttori che, pur ridimensionando le confezioni, continuano a vendere i prodotti a prezzi simili.
Il Governo francese ha presentato al Parlamento Europeo una bozza di decreto che prevede l’obbligo di segnalare i prodotti oggetti di shrinkflation con delle etichette su cui viene scritto di quanto è diminuito il peso della confezione e di quanto è aumentato il prezzo.
Carrefour Francia e Intermarché hanno già adottato nel 2023 un modello più trasparente. Sugli scaffali sono apparsi dei cartellini arancioni che indicavano i prodotti oggetto di shrinkflation.