Secondo il censimento realizzato dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali per la tutela dei consumatori su 118 siti di credito al consumo, il 36% dei portali violava potenzialmente il diritto dei consumatori dell’Ue
La Commissione europea e le autorità nazionali per la tutela dei consumatori hanno reso noti i risultati della revisione a livello dell’Unione europea di 118 siti online di credito al consumo. Quanto emerso dall’indagine risulta essere poco incoraggiante: ben il 36% dei siti web oggetto dello studio violava potenzialmente il diritto dei consumatori dell’Unione europea. Mancavano o non erano chiare informazioni fondamentali quali il costo del credito, i tassi di interesse o l’obbligo di assicurazione. Inoltre, i siti web non sempre menzionano eventuali misure straordinarie nel quadro della pandemia di Covid 19 che possono sortire un impatto sul credito al consumo, come ad esempio, la possibilità di richiedere un periodo di rimborso per gli anticipi. Nello specifico in 23 casi su 36 (64%), le informazioni non sono state fornite in modo chiaro e comprensibile. Tuttavia, nella maggior parte di questi casi (16 su 23, quasi il 70%) l’operatore economico non era tenuto a informare i consumatori sulle misure sul suo sito web ai sensi delle norme nazionali.
Le autorità nazionali responsabili della tutela dei consumatori – si specifica nella notizia diffusa dalla Commissione – daranno seguito ai casi di potenziali irregolarità segnalati.
L’obiettivo della ricerca era verificare le offerte su dispositivi quali tablet o smartphone e controllare il rispetto da parte degli operatori delle norme dell’Ue in materia di protezione dei consumatori per quanto riguarda le informazioni standard nel settore della pubblicità online per il credito al consumo.
Didier Reynders, Commissario per la Giustizia, ha dichiarato: “Su Internet proliferano le offerte di prestiti veloci. Anche se sono spesso convenienti per i consumatori, riteniamo che circa un terzo di queste offerte non contenga adeguate informazioni per i consumatori. Ma alla luce della crisi della Covid 19 il diritto all’informazione è diventato ancora più importante. Ai sensi del diritto dell’Ue, i consumatori hanno diritto a informazioni complete e chiare sui costi e sulle condizioni dei contratti“.
Si ricorda che la Commissione, nell’ambito della nuova agenda per i consumatori presentata lo scorso novembre 2020, sta lavorando alla revisione della direttiva sul credito al consumo. L’agenda presenta le priorità e i punti di azione cruciali su cui lavorare nei prossimi 5 anni insieme agli Stati membri a livello europeo e nazionale. Tra questi figurano una nuova proposta legislativa intesa a fornire ai consumatori migliori informazioni sulla sostenibilità dei prodotti e ad adeguare la normativa vigente alla trasformazione digitale, e un piano d’azione con la Cina sulla sicurezza dei prodotti.
Vera Jourová, Vicepresidente per i Valori e la Trasparenza, aveva dichiarato: “Vogliamo mettere i consumatori in grado di svolgere il loro ruolo nelle transizioni verde e digitale. Al tempo stesso dobbiamo garantire che le nostre norme a tutela dei diritti dei consumatori rimangano al passo con la realtà digitale odierna, in particolare attraverso un’applicazione rigorosa e una maggiore responsabilità delle piattaforme online”.