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Società di gestione del credito in bilico: evolversi o regredire

Lasciate alle spalle le vacanze estive, si riparte per un’altra stagione lavorativa, costellata di nuovi progetti, ma anche di importanti sfide. E certamente il settore del credito non fa eccezione, viste le condizioni socio-economico-politiche che caratterizzano questo periodo.

Bentornati! Passate bene le vacanze?

Vi siete riposati a sufficienza, oppure, come il sottoscritto, avete trascorso le giornate sotto l’ombrellone spulciando la casella mail, con la testa già a settembre?

Scherzi a parte (e spero vi siate riposati), settembre è un mese dell’anno che ho sempre trovato particolarmente stimolante, denso di buoni propositi e iniziative. Quindi, ricaricate le energie, avanti tutta che si riparte!

Detto questo, finché me ne stavo in spiaggia bello tranquillo, ho fatto alcune riflessioni riguardo al nostro settore, che volevo condividere nell’editoriale di questo mese.

Come sapete, le crisi internazionali che stanno caratterizzando questo periodo turbolento (che tra l’altro sembra non finire più) hanno avuto un forte impatto nel sistema creditizio del nostro Paese, dall’accesso al credito fino al recupero.

L’aumento del costo del denaro e regolamentazioni sempre più stringenti stanno mettendo in seria difficoltà le aziende italiane. Nel primo trimestre dell’anno in corso, i fallimenti in Italia sono aumentati del 12,6% (dati Cribis), con il comparto del commercio che ha sofferto più degli altri. Anche il numero delle insolvenze aziendali è aumentato in modo significativo, in diversi settori economici.

Sul fronte del recupero, notizie poco incoraggianti arrivano da Scope Ratings. Secondo l’agenzia di rating europea, nel primo semestre del 2024 gli incassi nel mercato degli Npl in Italia (terzo paese per volume di crediti deteriorati in Europa) sono scesi del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Una situazione che ha portato molte aziende del settore a ridurre i costi e a rivedere le proprie strutture organizzative, per adattarsi a un ambiente in cui i margini di profitto si stanno restringendo.

Questi eventi riflettono un cambiamento più ampio e sollevano interrogativi importanti sul futuro delle società di gestione del credito.

L’innovazione e la capacità di reinventarsi è sicuramente una priorità per le aziende del comparto. La sfida tecnologica offre interessanti prospettive in termini di risparmio ed efficienza, a patto di valorizzare le risorse umane e le competenze individuali investendo nella formazione. D’altronde, la concorrenza è sempre più agguerrita e le aziende, se vogliono mantenere la propria competitività, sono chiamate a cambiare pelle. In questo senso, dati e informazioni giocano un ruolo fondamentale per orientare il proprio business verso la giusta rotta, insieme al supporto tecnologico e alle skill personali.

Ma non basta! Servono strategie e politiche adeguate a supportare il settore in questo momento di grande difficoltà. Lo scenario percepito è l’immagine di un cane che si morde la coda, in cui all’aumentare delle insolvenze cresce il rischio creditizio per le banche, influenzando la loro capacità di erogare nuovi prestiti alle imprese. E quindi, di uscire da questo stato di stagnazione economica.

Come dicevo nell’editoriale del mese scorso, ora più che mai le nostre aziende hanno bisogno di credito, per investire e crescere.

Il futuro della gestione del credito, quindi, ci attende. E siamo solo all’inizio.

Buon settembre e alla prossima!

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