di:  

superbonus cessione credito

Superbonus e cessione del credito: come funziona la remissione in bonis

Proroga fino al 30 novembre 2023 per avvalersi della remissione in bonis: l’Agenzia delle Entrate scioglie ogni dubbio, sorto col Decreto Cessioni e spiega quali sono gli adempimenti richiesti.

Cos’è il superbonus e cos’è la cessione del credito

Il Superbonus 110 è un incentivo fiscale introdotto dal Governo con il Decreto Rilancio nel 2020 per promuovere la riqualificazione energetica degli edifici e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta di un bonus che copre fino al 110% delle spese sostenute per interventi di efficientamento energetico.

La cessione del credito rappresenta, invece, un accordo in cui il recipiente del credito, chiamato cessionario, sostituisce il creditore originale. Quest’ultimo decide di rinunciare al diritto di ricevere il pagamento direttamente dal debitore e lo trasferisce al cessionario. Di conseguenza, il cessionario assume il ruolo di nuovo creditore. Sono diversi i motivi per cui può avvenire la cessione del credito, come ad esempio la necessità di ottenere denaro immediato o l’incarico di riscuotere il debito.

Come funziona la remissione in bonis?

Il D.Lgs. n.11 del Febbraio 2023, comunemente noto come “Decreto Cessioni”, poi nuovamente convertito, stabilisce che dal 17 febbraio 2023 è vietato optare per un contributo anticipato, sotto forma di sconto in fattura o della cessione del credito relativo alla detrazione spettante per bonus edilizi o interventi quali superbonus.

L’Agenzia delle Entrate, con la Circolare 27/E/2023 sottolinea come ai contribuenti, dal 31 marzo 2023, sia possibile avvalersi della remissione in bonis a condizione di cedere il credito a banche o intermediari finanziari. Il debitore ha l’obbligo di sanare, entro la scadenza della prima dichiarazione utile, qualsiasi tardivo o omesso invio di comunicazioni che permettono di accedere a benefici fiscali o regimi opzionali. In caso contrario, è prevista una sanzione di 250 euro per ogni comunicazione dimenticata.  

Per avvalersi della remissione in bonis è necessario comunicare le spese sostenute nel 2022 o le rate residue non utilizzate delle detrazioni relative alle spese sostenute nel 2020 e nel 2021. Questa regolarizzazione può avvenire pagando la sanzione entro il 30 novembre 2023 oppure beneficiando della possibilità di pagare in 10 rate annuali.

La remissione può avvenire in vari modi. Può essere manifestata tramite una formalità legale, come ad esempio un documento di liberazione o un contratto scritto. In alternativa, può essere implicita, ad esempio attraverso il comportamento del creditore che, nel corso del tempo, non richiede il pagamento del debito. Si può utilizzare la remissione in bonis anche se l’accordo di cessione del credito non è stato ancora concluso, a condizione che il cessionario sia una banca, un intermediario finanziario o un’assicurazione.

Se, aggiunge la Circolare, il contribuente ha inviato più di una comunicazione in ritardo, ma ha pagato un’unica sanzione da 250 euro, deve pagare le restanti sanzioni entro il 30 novembre 2023.

Perché scegliere la remissione in bonus per il superbonus 110%?

L’uso della remissione in bonis per il superbonus 110% potrebbe essere vantaggioso per diversi motivi: agevolazioni fiscali (consente di cancellare o ridurre le sanzioni e gli interessi di mora dovuti per omessi o ritardati versamenti fiscali); risparmio di tempo e risorse (l’accesso alla remissione in bonis può semplificare le procedure burocratiche e consentire alle imprese di concentrarsi sull’implementazione del progetto del superbonus senza dover affrontare lunghe dispute legali o amministrative); incentivazione del rispetto delle norme fiscali (la remissione in bonis può essere vista come un incentivo a rispettare le norme fiscali in generale, infatti si invita i contribuenti a mettersi in regola con i propri obblighi fiscali); stimolo all’attività economica (poiché attraverso la remissione in bonis, si possono liberare risorse finanziarie che altrimenti sarebbero state impegnate nel pagamento delle sanzioni e degli interessi di mora).

CONDIVI QUESTO ARTICOLO!

Iscriviti alla newsletter

    La tua email *

    Numero di cellulare

    Nome *

    Cognome *

    *

    *

    Inserisci sotto il seguente codice: captcha