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Superbonus: Eurostat considera i crediti 2024 ‘non pagabili’

Il Superbonus è stato uno degli argomenti più dibattuti nella politica italiana degli ultimi anni. Un tema controverso che ora riemerge con forza. La ragione? Il giudizio di Eurostat, che lo classifica come ‘non pagabile’ fatta eccezione per le deroghe previste dalla legge.

Superbonus: i crediti 2024 saranno registrati come ‘non pagabili’

Secondo il parere diffuso da Eurostat il 5 luglio scorso, il Superbonus maturato dopo l’implementazione della riforma contenuta nel decreto legge di marzo, e convertita in legge a maggio, dovrà “essere registrato nei conti pubblici come credito d’imposta non pagabile nel 2024”.

Questo è stato il punto focale del parere inviato all’Istat sulla gestione dei crediti italiani, alla luce delle modifiche avvenute nel primo semestre del 2024. Viceversa, i crediti del Superbonus attivati tra il 2020 e il 2023 saranno ancora classificati come “crediti d’imposta pagabili”. Questo implica che l’impatto sul deficit per quel periodo resterà concentrato negli anni in cui il credito è stato originato.

Per il 2024, invece, risulta evidente che a seguito dell’implementazione delle ultime normative, l’impatto del Superbonus sul deficit sarà distribuito nel corso dei prossimi anni, seguendo quanto già pianificato dal governo. Questo conferma l’approccio adottato dall’istituto italiano fino a oggi.

Un respiro di sollievo per i conti pubblici

Questo aggiustamento nella contabilità implica una distribuzione più graduale dell’impatto finanziario del Superbonus sui conti pubblici. Esso consente una gestione più flessibile del bilancio statale, diminuendo potenzialmente il carico immediato sull’indebitamento complessivo del Paese. Questa modifica riveste un’importanza particolare considerando il ritorno delle regole del Patto di stabilità europeo, riformulate in aprile, che stabiliscono criteri rigorosi per il rientro degli eccessi di deficit pubblico.

Nello specifico, la legge di maggio sul Superbonus si riferisce esattamente a questo. Per le spese effettuate a partire dal 1° gennaio 2024, è ora possibile detrarre l’intero importo in 10 anni anziché in 4, come era previsto in passato. L’estensione del periodo di detrazione fornisce una maggiore flessibilità finanziaria per cittadini e imprese, contribuendo anche a una gestione più equilibrata del bilancio statale a lungo termine.

Nel 2025, l’impatto finanziario del Superbonus sul bilancio pubblico sarà significativamente inferiore rispetto al 2024, anno in cui ha portato il deficit oltre il 7%. Il più alto tra i paesi dell’eurozona, scatenando l’apertura di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles contro l’Italia.

E per quanto riguarda le deroghe?

Nella sua valutazione finale, Eurostat ha specificato un punto riguardante le spese del 2024 per le deroghe. Anche in questo caso, la trasferibilità rimane applicabile e il Superbonus maturato sarà ancora registrato come “credito d’imposta pagabile”. Per quanto riguarda il passato, l’ufficio di statistica aveva basato la propria valutazione del Superbonus su un presupposto specifico: gli importi dei crediti d’imposta persi in futuro sarebbero trascurabili solo per il periodo 2020-2023.

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