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Trattamento del rischio di credito di controparte: le novità normative

La Banca d’Italia ha proposto nuove modifiche alle disposizioni sul trattamento del rischio di credito di controparte per gli intermediari di cui all’art. 106 del TUB. Ma quali sono le principali novità normative?

Lo scorso 11 giugno la Banca d’Italia ha avviato una consultazione pubblica sulle proposte di modifica alle disposizioni in materia di rischio di credito di controparte per gli intermediari ex art. 106 TUB.

Le novità riguardano l’estensione della normativa prudenziale delle banche agli intermediari finanziari. Ad apportare modifiche in ambito europeo in materia di rischio di controparte è intervenuta la disciplina del CRR2.

Quali sono le novità introdotte dal CRR2

Prima dell’entrata in vigore del CRR2 erano previsti due differenti metodi. Da una parte il CRR, che aveva dato segno di una scarsa risk-sensitivity a causa del limitato ricorso a dati di mercato, nonché a un calcolo dell’esposizione a rischio (EAD) troppo semplificato e poco preciso. Dall’altra il metodo standardizzato, risultato eccessivamente complicato sia nell’implementazione sia nell’applicazione.

Per questo, insieme al CRR2, sono stati introdotti i metodi:

  • r-OEM (revised Original exposure method);
  • simplified SA-CCR (Standardised Approach for Counterparty Credit Risk);
  • SA-CCR, che fa proprio lo standard di riferimento per la misurazione del rischio di controparte delle banche accettato dal Comitato di Basilea.

Una delle principali caratteristiche della nuova disciplina riguarda l’adozione di metodi più semplici (r-OEM e sSA-CCR). Questo adeguamento rappresenta una svolta significativa per gli intermediari di cui all’art. 106 TUB. La proposta, infatti, permette di allineare il regime regolamentare degli intermediari a quello delle banche, assicurando una vigilanza equivalente e prevenendo arbitraggi.

Tutte le parti interessate potranno presentare osservazioni e commenti alla Banca d’Italia entro il prossimo 12 agosto 2024. Le risposte contribuiranno alla formulazione delle disposizioni finali, che saranno pubblicate online sul sito della Banca d’Italia, garantendo trasparenza e coinvolgimento del settore finanziario.

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