L’annuncio di una possibile fusione tra UniCredit e Commerzbank ha attirato molta attenzione nel panorama finanziario europeo, e non solo per le implicazioni strategiche.
La fusione, portata avanti da Andrea Orcel, CEO di UniCredit, potrebbe ridisegnare l’assetto bancario in Europa, creando un colosso finanziario con una presenza significativa nei principali mercati dell’Eurozona.
Il contesto attuale
UniCredit ha già acquisito una partecipazione del 9% in Commerzbank, segnando il primo passo verso una potenziale fusione. Secondo quanto affermato da Orcel, la banca milanese si è posizionata come un investitore strategico, con l’intenzione di esplorare opportunità per una combinazione tra i due istituti. Orcel ha dichiarato che, se tutti i fattori saranno allineati, una fusione potrebbe essere la mossa giusta per creare valore aggiunto, oltre a quanto Commerzbank potrebbe ottenere rimanendo indipendente.
Tuttavia, la questione non è priva di ostacoli. Uno degli attori chiave che potrebbe frapporsi è Deutsche Bank. Il principale concorrente di Commerzbank in Germania sta esplorando possibili strategie per contrastare questa fusione, tra cui l’acquisto della quota rimanente di Commerzbank, ancora in mano allo Stato tedesco (circa il 12%). Deutsche Bank teme che un eventuale successo di UniCredit potrebbe generare un concorrente estremamente forte nel mercato domestico, minacciando la sua leadership.
I vantaggi e le sfide di una fusione
Secondo l’analisi di Equita SIM, la fusione tra UniCredit e Commerzbank potrebbe generare significativi vantaggi economici. La banca milanese ha presentato delle simulazioni che stimano un’accelerazione degli utili per azione (EPS) di circa il 15%, con sinergie a regime che potrebbero arrivare a €600-650 milioni. L’operazione consentirebbe inoltre a UniCredit di mantenere un solido CET1 ratio, previsto intorno al 13%, e di proseguire con la sua politica di distribuzione dei dividendi, un aspetto cruciale per mantenere il supporto degli azionisti.
Tuttavia, rimangono delle sfide. Un’acquisizione di questa portata comporterebbe un notevole esborso finanziario, stimato in circa €20 miliardi, con un mix di 45% cash e 55% in azioni. Inoltre, la fusione comporterebbe una gestione complessa dell’integrazione tra le due realtà, con differenze culturali e operative che potrebbero rallentare il processo di realizzazione delle sinergie.
La posizione strategica di Andrea Orcel
La leadership di Andrea Orcel si è dimostrata decisiva nell’impostare la visione strategica di UniCredit. Orcel ha dichiarato che, nonostante l’interesse per la fusione, UniCredit non ha fretta e agirà solo se saranno garantiti benefici concreti per gli azionisti. Il suo approccio è prudente, ma orientato al lungo termine, con l’obiettivo di rafforzare UniCredit come uno dei principali player bancari in Europa.
E per gli analisti non è un caso che il tutto sia stato realizzato a sole 48 ore dalla presentazione del piano firmato da Mario Draghi, piano che evidenza, in maniera estremamente chiara, l’esigenza di istituti paneuropei per supportare la crescita e l’integrazione dell’Unione. Tra l’altro, parrebbe che la mossa a sorpresa di Orcel (non a sorpresa per coloro che contano, ovviamente…) abbia ricevuto anche informale approvazione anche di Christine Lagarde, presidente della BCE, che senza entrare nel merito dell’operazione in corso ha sottolineato come siano poche le banche che agiscono in più nazioni dell’Unione.
Orcel ha anche sottolineato l’importanza del consenso degli azionisti di Commerzbank nel processo decisionale. La banca tedesca ha una sua storia e governance, e sarà fondamentale ottenere l’appoggio dei suoi investitori prima di intraprendere ulteriori passi. Qui, però, le cose potrebbero anche farsi ardue, perché non pare che i sindacati tedeschi abbiano preso bene la mossa italiana; qualcuno riferisce addirittura che un noto sindacalista bancario tedesco abbia chiesto a gran voce che una banca francese si faccia avanti per impedire che Commerzbank diventi italiana. Viva l’Europa unita…
Le implicazioni per il settore bancario europeo
Se la fusione dovesse andare in porto, creerebbe uno dei più grandi istituti bancari dell’Eurozona, con una forte presenza in Italia, Germania e nei mercati limitrofi. Questo nuovo gigante bancario potrebbe competere più efficacemente con altri attori globali, e affrontare meglio le sfide legate alla digitalizzazione e alla crescente regolamentazione.
Inoltre, l’accordo potrebbe spingere altre banche europee a considerare operazioni simili, avviando una nuova fase di consolidamento nel settore bancario europeo, che negli ultimi anni ha visto diverse fusioni e acquisizioni, sebbene di dimensioni più ridotte.
In sintesi, la potenziale fusione tra UniCredit e Commerzbank rappresenta un passaggio cruciale per la creazione di un sistema bancario europeo più integrato e competitivo. Tuttavia, il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità (e dalla volontà) delle due banche di superare gli ostacoli interni ed esterni, e di generare valore per tutti i soggetti (stakeholder) coinvolti.