Negli Stati Uniti l’utilizzo dei social network sta creando dei problemi di salute alla fascia più giovane della popolazione. La proposta del “Protecting Kids on Social Media Act” si pone l’obiettivo di tutelare i minorenni.
Al senato americano è stato presentato un disegno di legge chiamato “Protecting Kids on Social Media Act”. Il provvedimento mira a bandire l’accesso ai social network a tutti i minori di 13 anni. I ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni potranno creare un account solo dopo aver ottenuto il consenso dei genitori.
Quali motivazioni hanno portato a questo provvedimento?
La principale causa di morte prematura negli Stati Uniti va ricondotta all’uso dei social network, che negli ultimi anni ha fatto registrare un crescente numero di suicidi e di casi di autolesionismo tra i ragazzi.
Negli USA è già in vigore il “Children’s Online Privacy Protection Act” che, nei fatti, dovrebbe già proibire l’uso di queste piattaforme ai bambini al di sotto dei 13 anni. Queste regole, però, non sono mai state attualizzate. Da qui deriva quindi la proposta bipartisan del senatore repubblicano Tom Cotton dell’Arkansas e del senatore democratico Brian Schatz delle Hawaii.
I social network e il problema dell’età
Per fare in modo che la legge sia davvero efficace, il primo problema da affrontare è quello della verifica dell’età degli utenti. I messaggi mostrati a video e i pannelli di avvertimento non sono un reale ostacolo per impedire ad un utente di dichiarare un’età superiore a quella reale.
La proposta di legge prevede l’utilizzo di un sistema gestito da terzi per verificare l’età degli utenti. Ma su questo aspetto emergono delle problematiche legate sia alla tecnologia che alla privacy, al fine di tutelare i dati dei soggetti minorenni.
L’eventuale approvazione della legge porterebbe uno sconvolgimento a tutte le modalità di accesso ai social network. Le principali compagnie dovranno modificare anche la quota di investimenti delle campagne pubblicitarie che ora sono indirizzate verso il pubblico più giovane.
